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Solo incisa non basta

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È scivolato via così tanto tempo che temo sia vicino il momento in cui comincerò a scordare i particolari con cui modulavi le note delle tue parole. Dicono succeda. Dev'essere un po' come con le voci dei bambini una volta che son cresciuti: non ricordi più come trillavano quando erano piccini. Le mamme che ci sono già passate tentano di mettere in guardia le altre in merito al fatto che dimenticheranno. Ma nessuna ci crede mai: come pensare che la voce di tuo figlio, che conosci dalla nascita, possa finire nel dimenticatoio? Invece è proprio così: provare per credere. E va da sé: mi viene da pensare che la stessa malasorte possa toccare anche alle amate voci di chi più non c'è. Ad oggi, per quanto mi sembri di non aver scordato ancora la tua, comincia a serpeggiare in me il dubbio di non ricordarla esattamente. Potrei averne perso le sfumature, le inflessioni, la cadenza. Ognuno di noi è convinto che quel timbro che è stato suo e solo suo, che abbiamo sentito fi...

Non la invidio

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È cominciata, per la povera Viola, l'avventura della scuola superiore. Dico "povera" perché, se per (pochi) versi la invidio, per (moltissimi) altri mi fa pena. La invidio per il tempo a sua disposizione, tale per cui può permettersi di dire tranquillamente: "Posso fare tutto ciò che voglio della mia vita!". Perché, per quanto veri siano proverbi quali "Non è mai troppo tardi" e "Tutto è possibile", difficilmente, alla veneranda età di 45 anni suonati, comincerò danza classica o mi iscriverò alla facoltà di medicina. Chi ha voglia di rapportarsi con ventenni convinti di essere adulti? Perché già Viola, anni 14, ne è piuttosto convinta. Lo so perché la sento parlare e, soprattutto, perché ricordo che è esattamente quel che pensavo io stessa all'epoca: "Adesso che prendo un pullman per andare a scuola ad Alba da sola, devo essere necessariamente grande...". Dovrà passare ancora parecchia acqua sotto i ponti prima che c...

La friggitrice Arya

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Dopo l'ultimo, insoddisfacente colloquio con il frigorifero Umberto, volendo risparmiare le forze di Carlo, la lavatrice ormai diciassettenne, ed essendomisi di nuovo presentata l'esigenza di tediare qualcuno con i pensieri ricorrenti che mi rincorrono in ogni dove e quando, sono costretta a scegliere, tirando a sorte, tra Fonzie il tostapane ed Arya, la friggitrice ad aria. Al lancio della moneta esce croce, quindi vada per Arya che, per altro verrà messa in croce davvero causa mie cazzate. Dato che, per parlarle, è necessario sia in funzione, mi accingo a ritentare per l'ennesima volta la frittura ad aria delle patate fresche, che per ora, son riuscita solo a bruciare fuori e non cuocere dentro. Ma piuttosto di utilizzare quelle surgelate muoio di fame... Non è ancor partita col suo inconfondibile rumore di phon che già prendo a incalzarla con domande di riscaldamento del calibro di: "Perché, se l'acqua è trasparente, i vestiti, se bagnati, assumono u...

Riflessioni di una massaia che va a fare la spesa

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Far la spesa  mi pesa  ultimamente.  'Ché ho paura  d'incontrare gente.  Eh, sì, lo so  che mi fa niente  (se le sto distante...).  È che son tante  le genti fuori  (in tutti i sensi)  che è normale scompensi  e, di molti, pensi:  "Forza... muori!".  Cerco scuse  assurde, astruse,  perché io,  mi sia testimone Dio,  da casa non mi muovo.  Ma in frigo manco un uovo:  c'ho più un cazzo, di nuovo.  Alla spesa direi basta,  ma devo compare la pasta.  E l'aglio, i limoni...  Sbaglio o due coglioni?  E poi caffè, lievito...  Ma la gente come l'evito?  Un monastero  tra le mie mire,  col suo silenzio,  la solitudine...  Io mi licenzio  dall'ebetudine  di 'sta società.  Che mai sarà?  Invece resto,  senza coraggio  e dentro il cesto  butto il formaggio,  tra gli scaffali  un po' tutti u...

Umberto l'eco

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Non avendo panni da lavare a sufficienza per azionare Carlo la lavatrice e tediarlo, così, con la lunga enumerazione sempre uguale dei miei mali, ma avendo comunque la necessità di paranoiare qualcuno, ho deciso di molestare il frigorifero. Tuttavia è bene prima ricordare che Carlo, nome decisamente maschile, non è da imputarsi ad un effettivo cambio di sesso della mia lavatrice, bensì al fatto che il mio interlocutore è, perlopiù, il maschissimo oblò della suddetta, ossia, appunto, Carlo, che mi ascolta quando parlo. Il frigo, invece, si chiama Umberto, come l'eco che risuona quando è aperto. Rispetto a Carlo, il frigorifero è più giovane e, sospetto, ora che ci penso, possa essere ancora cucciolo dato che piange spesso e volentieri. Il più delle volte inascoltato, ignorato, trascurato. Dunque è bene recuperare il tempo perso a cominciare da un minimo di conoscenza reciproca. Chissà che anche in lui, come in Carlo, possa trovare ispirazione per riflessioni esistenziali...

Grande grande famiglia

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La Liguria è come una grande famiglia. Ed è pressoché impossibile, all'interno di essa, custodire i propri segreti. Ossia tutti conoscono, per forza di cose, i cazzi di tutti (e non solo a causa dei costumi bagnati). Per fortuna io sono da sola e non parlo con nessuno, ma sono costretta a sorbirmi le chiacchiere altrui, dal momento che l'invadenza dei "parenti" è quasi d'obbligo, dati gli spazi ristretti. E si sa: nelle "famiglie" se ne vedono e sentono di tutti i colori. Troviamo, per esempio, gli intellettualoidi, fanatici de "La settimana enigmistica" che ai tempi della scuola non devono esser stati esattamente dei fanatici dello studio e fanno le parole crociate in coppia, nonché ad alta voce: "Sedici orizzontale: "Famosa sconfitta di Napoleone"... Allora... Comincia per "W", 8 lettere, di cui la quarta e la sesta sono "n" e "b"... Mmmm... Mmmm... Non la so. Tu?". Silenzio. E tu,...

Quasi quattordici

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A breve percorrerai le vie del mondo con grandi occhi blu che sanno rubare i colori al cielo, e passo impaziente. Nelle mani la gioventù che tutto può. Ciò di cui necessiti davvero è già dentro di te, ma non lo sai. Quindi prepara una valigia che contenga solo lo stretto necessario, avendo cura di non perderla, dimenticarla o fartela rubare, ma senza attaccarti all'idea di possederla. Dovrai svuotarla più volte per cambiarne il contenuto, affinché sia più utile alla persona che sarai diventata e ancor non sai. E forse un giorno potrai sbarazzartene del tutto, bastando a te stessa. Perché nulla dura per sempre, nel bene e nel male. Tutto cambia, così tu. Dunque non restare attaccata a nulla, sappi lasciar andare ciò che più temi di perdere. Lo so, sembra difficile, ma sospetto sia il segreto della felicità. Io, evidentemente, non ne sono capace, ma tu sei meglio di me. Puoi almeno prendere in considerazione l'idea. Ma senza attaccarti nemmeno ad essa. Pur sapendo che...