Grande grande famiglia

La Liguria è come una grande famiglia. Ed è pressoché impossibile, all'interno di essa, custodire i propri segreti. Ossia tutti conoscono, per forza di cose, i cazzi di tutti (e non solo a causa dei costumi bagnati). Per fortuna io sono da sola e non parlo con nessuno, ma sono costretta a sorbirmi le chiacchiere altrui, dal momento che l'invadenza dei "parenti" è quasi d'obbligo, dati gli spazi ristretti. E si sa: nelle "famiglie" se ne vedono e sentono di tutti i colori. Troviamo, per esempio, gli intellettualoidi, fanatici de "La settimana enigmistica" che ai tempi della scuola non devono esser stati esattamente dei fanatici dello studio e fanno le parole crociate in coppia, nonché ad alta voce: "Sedici orizzontale: "Famosa sconfitta di Napoleone"... Allora... Comincia per "W", 8 lettere, di cui la quarta e la sesta sono "n" e "b"... Mmmm... Mmmm... Non la so. Tu?". Silenzio. E tu, che sei sempre stata una scarpa in storia e hai facoltà mnemoniche di un neonato, ma solo grazie a quella "W" sai la soluzione, gliela diresti anche, ma lasci stare perché l'istinto sarebbe, in realtà, quello di strappargli di mano quel povero, bistrattato settimanale per capire quali inenarrabili cazzate è riuscito a dare delle definizioni che dovrebbero incrociare "Waterloo" che di "n" e "b" non contiene manco l'ombra. Come il mio ombrellone in pratica. Sarà che loro ne son privi e il sole dà alla testa, ma... Poi abbiamo il gruppo dei "parenti serpenti", ovvero dei pettegoli cui manco il caldo e l'arsura tengono a freno la lingua. Non avendo argomenti di discussione abbastanza validi di cui parlare, si cimentano nello sparlare degli assenti, criticati su questioni di vitale importanza quali: il colore con cui han tinteggiato la camera da letto, l'orario dei pasti, i cibi ordinati al ristorante e l'abbigliamento della sera precedente. Salvo concludere col solito: "Per carità, ognuno è libero di far quel che vuole ma...". Il tutto mentre giocano a "Pinnacola". Insomma, invece di contare le carte, raccontano a tutta la "famiglia" i cazzi di chi non è ancora arrivato, per poi accoglierli con calorose frasi di benvenuto al loro tardivo palesarsi sul lido. Ci sono anche i "famigliari" pigri che preferiscono spostare asciugamani e quant'altro, piuttosto che estrarre e ripiantare l'ombrellone per inseguire l'ombra, per cui nel giro di poche ore te li ritrovi in "casa tua" senza che tu li abbia invitati. Ammirevole la non chalance con cui ti sbattono piedi e culi in faccia forti del fatto che: 1) l'ospite puzza solo dopo tre giorni; 2) se c'è puzza sarà sicuramente pesce; 3) tu sei sola ed essi lo fanno per te. 
Non mancano, poi, i "parenti" ricchi che non possono fare a meno di ostentare le loro ricchezze allestendo regge di almeno 5 ombrelloni anti raggi UV, sedie e sedioline di ogni foggia e colore, sdrai che una volta ripiegati stanno comodamente nel portafoglio con le banconote, teli mare iper tech 6×6, borse frigo attrezzate per l'olocausto atomico che calabresi levatevi. Questi sono quelli che gettano sguardi di commiserazione verso noi "parenti" poveri, coi nostri asciugamani di spugna scoloriti anni '70 e ombrellini dell' EuroSpin che, più che anti raggi UV, sono anti ombra per cui tocca scegliere tra insolazione o ustione ai piedi.
Immancabile, anche, la schiera di cugini che vanno dagli 0 ai 17 anni, di cui, i più piccoli, nudi senza apparente motivo, principalmente piangono. Prima perché hanno caldo, poi perché hanno freddo, dato che sono stati sbattuti sotto il getto della doccia gelata, in seguito perché hanno fame, infine perché hanno sonno. Quando, finalmente, si addormentano, puoi concentrare l'attenzione sui più grandicelli di cui, le femmine nude anch'esse senza apparente motivo, dal momento che la moda vuole un metro di schiena coperta a sfavore del culo di fuori. Tutto dico. Essi, maschi e femmine, giocano a racchette sul bagnasciuga, a palla in acqua, o viceversa, corrono sollevando dune di sabbia che immancabilmente sotterrano il tuo asciugamano vintage, ascoltano canzoni e intavolano discorsi inascoltabili che però sei costretto ad ascoltare, ridono e schiamazzano. Non mi fanno incazzare solo perché: 1) mi mancano le forze causa canicola; 2) mi fanno pena. Perché la gioventù passa per tutti ed è un attimo da "far girare le palle" con la palla ed "avere le palle girate" sulla spiaggia, come me. 
Per fortuna, anche la lunga giornata in spiaggia finisce. Ma non gli affari di "famiglia". Perché dove volete che alloggino i frequentatori della tua spiaggia, se non negli stessi condominioni sorti come funghi e frutto della cementificazione selvaggia stile anni '70/'80, situati nei pressi della spiaggia stessa e in cui alloggi anche tu? E così ti toccano anche le liti casalinghe serali per i turni in doccia. Perché tu, una doccia in santa pace non puoi farla. Anche perché tutti vedono in casa di tutti e sei costretto a lavarti in costume se non vuoi chiudere la finestrella e crepare soffocato. E va be che siamo in "famiglia" e i panni sporchi si lavano in casa, ma se sti panni non me li posso levare, mi dite come faccio? Per fortuna, intorno alle 21:00, dopo le consuete liti della cena incentrate sul canale Tv su cui sintonizzarsi, sulla scelta del menù o sul "Chi mi ha preso questo o quello? ", la "famiglia" allargata si riversa nei carrugi del centro per le vasche e il gelato di rito. Così ci si ritrova tutti in coda. Ma non io. Io, sta sera, resto a casa sul balcone. Non per godermi il fresco che non c'è, bensì per tenere d'occhio una delle mie "parenti", spiaggiata da ore sullo sdraio nonostante il caldo che non accenna a scemare e il casino circostante. Da qui non capisco se respira ancora, ne posso sentire se russa. Meglio stia qui a monitorare. Che si sa: la "famiglia" prima di tutto. 
P.s. Comprate il libro NUOVO così la smetto di scassare(...)! 

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