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Visualizzazione dei post da agosto, 2023

L'uomo senza scarpe - part 2 -

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Con gli occhi fissi sui piedi dei soli individui di sesso maschile in cerca del paio scalzo, ci accingevamo alla frequentatissima panchina. Giunti quasi nei pressi, notiamo la presenza di una volante dei carabinieri, intenti, in quel frangente, a parlare con un civile fuori dall'auto. Apriti cielo: l'ipotesi che qualche dramma si fosse consumato somigliava sempre più ad una certezza, se già gli sbirri facevano domande in giro. Che fare dunque? Eravamo rosi dalla curiosità: se le forze dell'ordine erano già sul posto dovevano certo saperne più di noi. Ma mentre decidevamo se rendere partecipi i "colleghi" delle nostre elucubrazioni degne di C.S.I., più che altro per carpire a nostra volta interessanti particolari, questi salgono in macchina e se ne vanno, lasciandoci lì da soli a smazzarci il lavoro sporco. A nulla è valso corrergli dietro a piedi. Tornati dal tentato inseguimento, scopriamo che la panchina era ancora assediata da tre giovanissime, così

L'uomo senza scarpe

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La Liguria è un crogiolo di casi umani. Per questo mi ci sento a casa: ho sempre preferito quelli, ai casi disumani. L'altra sera, con amici montatesi, sul lungo mare, abbiamo notato, sotto la panchina di fronte alla "nostra", un paio di scarpe da uomo, un trolley e uno sdraio pieghevole. Subito non ci siamo soffermati sulla questione, limitandoci a trovarla strana. Il giorno dopo, andando in spiaggia, ci accorgiamo che la roba era ancora lì: abbandonata al suo posto. La cosa cominciava a puzzare, ma abbiamo escluso le scarpe. La sera stessa, trepidanti, abbiamo raggiunto nuovamente il luogo e... la situazione era rimasta invariata. Ed è qui che è partito il delirio collettivo: tutti concordavamo sul fatto che si fosse consumato un misfatto. E a noi stava risolvere il caso dell'uomo senza scarpe. Abbiamo preso dunque a tessere teorie d'ogni sorta sulla sorte del tale. Quali: 1) il tizio, già in procinto di tornare a casa dopo la fine della villeggiatur

Non oggi

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Ieri Viola ed io abbiamo terminato l'ultimo capitolo della pentalogia Final destination. Il format è sempre lo stesso: un piccolo gruppo di persone scampa un disastro di ampie proporzioni grazie alla premonizione del protagonista di turno, salvo poi cominciare a morire comunque nell'ordine esatto in cui avrebbero dovuto, se fossero rimaste vittime dell'incidente. Il messaggio è forte e chiaro: si può giocare a nascondino con la Morte per un po' di tempo, ma un bel gioco dura poco e, per quanti supplementari vengano concessi, prima o poi, giunge per tutti il fischio finale. Sempre ieri, ma prima, mi trovavo con mia madre in auto, lungo il tragitto Verduno/Montà. Non eravamo partite da molto quando ho cominciato ad avvertire puzza di benzina nell'abitacolo. Ovviamente ho pensato: "Che buon odore!", e anche: "Sarà quello davanti...". Ma quando quello davanti ha cambiato direzione, la puzza non lo ha seguito per rimanere con noi. Allora h