Non oggi

Ieri Viola ed io abbiamo terminato l'ultimo capitolo della pentalogia Final destination. Il format è sempre lo stesso: un piccolo gruppo di persone scampa un disastro di ampie proporzioni grazie alla premonizione del protagonista di turno, salvo poi cominciare a morire comunque nell'ordine esatto in cui avrebbero dovuto, se fossero rimaste vittime dell'incidente. Il messaggio è forte e chiaro: si può giocare a nascondino con la Morte per un po' di tempo, ma un bel gioco dura poco e, per quanti supplementari vengano concessi, prima o poi, giunge per tutti il fischio finale. Sempre ieri, ma prima, mi trovavo con mia madre in auto, lungo il tragitto Verduno/Montà. Non eravamo partite da molto quando ho cominciato ad avvertire puzza di benzina nell'abitacolo. Ovviamente ho pensato: "Che buon odore!", e anche: "Sarà quello davanti...". Ma quando quello davanti ha cambiato direzione, la puzza non lo ha seguito per rimanere con noi. Allora ho pensato: "La puzza di benzina🎶mi fa girar la testa🎶..." e anche: "Sarà fuori, nell'etere" girando la testa a destra e a manca. E ho continuato ad andare avanti. Poco prima delle gallerie che scavano le dolci colline della ridente Montà, la spia della riserva si è accesa e nelle poche centinaia di metri utili al nostro approdo nel cortile di mia madre, la lancetta dell'indicatore di livello del carburante è scesa giù, che di più non poteva. Mai vista una cosa del genere. E io sono la regina del "non mettere benzina oggi se puoi farlo dopodomani anche se sei in riserva da - calcolo rapido e molto approssimativo dei - km". A quel punto sono scesa dal veicolo. Perché ero arrivata a destinazione, più che altro. Mica perché avessi subodorato qualcosa (a parte il celestiale odore di benza). Tuttavia la scia che, ignara, mi portavo appresso, in aggiunta allo strano comportamento della lancetta giù di corda a livelli storici e all'olezzo di benzina, lanciava un segnale inequivocabile: eravamo noi a puzzare. Per fortuna, dalla dimora della mia semi veneranda madre all'officina meccanica c'è solo una manciata di metri, percorrendo i quali il veicolo si è pure spento. Ma io, impavida, l'ho riacceso, incurante, ancora una volta, del pericolo corso durante la corsa. Come potete immaginare, l'abbiamo scampato. E come la maggior parte di voi avrà intuito, la brum di Mam ha un psst nella guarn(maled)izione. Speriamo non l'aggiustino con il gnam gnam gnam. Dal momento che so che le auto esplodono solo nei film come Final destination, ho semplicemente ringraziato di non aver avuto bisogno che il carro attrezzi venisse a recuperarci in qualche dove. Ma quando Talin ha spiegato a mia madre che le macchine potranno anche non esplodere, ma incendiarsi sì, soprattutto se perdono benza a spron battuto, ho cominciato a produrre pensieri più sconnessi del solito. Del tipo che, anche avesse preso fuoco la mia, io mi sarei accorta di nulla. Tutt'al più avrei pensato: " Si muore di caldo!" + bestemmie in lunga, sudata sequela. E se qualcuno avesse strombazzato o sfareggiato per avvisarci del pericolo avrei semplicemente pensato : "Cazzo vuole?" + bestemmie in lunga, indispettita sequela. Credo che nemmeno di fianco a mia madre in fiamme avrei capito. Mi sarei limitata a pensare: "Eccola lì colei che più di chiunque, sempre, soffre caldo, dolore et fatiche del mondo" + bestemmie in lunga, rassegnata sequela. Insomma sarei morta arsa viva prima di accorgermene, ma pensando: "Sto surriscaldamento globale è sfuggito di mano" + bestemmie in breve (si spera) e ardente sequela. Ora: io non so se è vero che abbiamo rischiato effettivamente qualcosa. Ma so che ho visto troppi Final destination in poco tempo, quindi sono facilmente suggestionabile. Ma per fortuna nei film, ogni protagonista vive una forte intuizione, un sogno lucido, una premonizione vera e propria. Io, invece, nemmeno di fronte ad evidenti evidenze ho capito un cazzo. Quindi la mia storia diverge dalle trame delle catastrofiche pellicole. Per questo ho deciso di non perdere tempo ad arrovellarmi su quanto presto e con quali atroci sadismi la Grande Consolatrice verrà a reclamare la mia vita comunque. Preferisco concentrarmi sul fatto che, per l'ennesima volta, non sono morta nonostante le svariate occasioni di farlo, cercate e non. Perché non è vero che la Vita è un film: è una serie tv. Quindi attingo dalla più bella mai scritta. Ricordate no? Syrio Forel docet: "C'è soltanto una cosa che possiamo dire alla Morte... Non oggi!" 
P.s. Comprate il libro NUOVO così la smetto di scassare! 
                                               Arya Stark

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