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Visualizzazione dei post da novembre, 2023

Vedo non vedo

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Nel mondo dell'infinitamente piccolo, tutto ciò cui la realtà percepibile ci ha abituati, perde di senso (come un sacco di gente). Ci troviamo di fronte a particelle elementari che: 1) possono decidere di comportarsi contemporaneamente come materia e onda; 2) esistono e, allo stesso tempo, non esistono (vedi la gente di cui sopra); 3) distruggono i rapporti di causa ed effetto incasinando il di già complesso e irrisolto problema del tempo; 4) si passano istantaneamente informazioni, anche ad anni luce di distanza, in barba alla velocità della luce stessa; 5) se ne misuriamo la posizione, non possiamo conoscerne la velocità, e viceversa; 6) si trovano simultaneamente in più punti dello spazio, come Padre Pio. In pratica un gran casino di sovrapposizioni di stati ed onde di probabilità in cui tutto è possibile. Finché un osservatore non decide di metterci becco effettuando una misurazione ed andando ad influire su d'una realtà che solo a quel punto si definisce. Sareb

Ancora questa, poi basta

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E poi, all'improvviso cade l'occhio sullo specchio della vecchia cassettiera, dove so d'averci nascosti, dentro ad una delle tante scatole di latta o dietro la cornice d'altre foto. Non ricordo. Ma so che ci siamo e siamo raggianti in quegli scatti: 4 istantanee che ci fissano in un attimo eterno d'amore già finito. Ti convinsi a farle, trascinandoti nella cabina d'un automatico a Chieri. Già... Chi eri? Non ho più avuto il coraggio di prenderle in mano: troppo presa, finora, a riprendere in mano la situazione. Ma confido di farlo un giorno di questi, per capire se posso ravvisare, tra particolari impressi su pellicola, segnali, suggerimenti, indizi di ciò che davvero sei, nascosti ad arte tra ciò che sembri. Magari saprò ravvisare un paio di pixel della realtà che ti abita. Già, ma quali? Stronzaggine e cattiveria? Falsità e vigliaccheria? Oppure chiusura e ottusità? Chissà... Intanto, l'unico foglio cui relegare tali, inutili e dolorosi pensier

I bambini

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I bambini sono ubriachi naturali. Chiunque abbia modo di osservarne tanti, tutti insieme, potrà notare che, immaginando di poter sostituire ciascuno di loro con un adulto qualunque, avrebbe sicuramente l'impressione di trovarsi tra sbronzi. Perché è esattamente quel che sono: inebriati di vita. Sorvoliamo sul fattaccio che, da sbronzi a stronzi, da ubriachi di vita a ubriachi e basta, è un attimo: basta limitarsi a crescere un po'... Ma finché sono piccoli ed ebbri di mondo, li si può osservare: ridere per nonnulla, immaginare cose che "non ci sono", arrampicarsi-correre-cadere, urlare e cantare a squarciagola, passare dal riso al pianto in tempo 0, straparlare e proferire, l'attimo dopo, grandi verità. D'altronde "in vino veritas". Così com'è vero che i bambini sono maestri naturali. Non ancora schiavi dell'idea di "tempo che passa (o non passa un cazzo)", vivono intensamente ogni istante, in un eterno presente mai pert

Ancora in Via di Miglioramento

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La vita è una favola e la mia non fa eccezione, essendo compartecipata da innumerevoli anomali animali, purtroppo parlanti, e presentando, alla fine, un morale. Basso. A tratti bassissimo. Vorrei vedere voi... O meglio, vorrei spariste, ma non prima che abbiate provato a mettervi nei miei panni, appesi lì ad un filo, senza mai la possibilità di asciugarsi tra un acquazzone di cattiverie e l'altro, grondanti, dunque, in pozzangherie sempre più profonde. Se solo 'ste mollette svolgessero la funzione per cui esistono mollandomi, partirei per chissà dove... Sono certa starei bene, anche soltanto ad un meglio da qui. In fondo è troppo che sono ferma sulle mie posizioni: non ci sto più tanto comoda. E poi, le rare volte che sono uscita dagli schemi, c'era il mondo. Per non parlare di quella volta che sono andata fuori di me perché non ne potevo più di starci dentro. Già... Dovrei lasciarmi andare di più. Soprattutto quando non mi lasciate stare e sono costretta ad usc

È proprio lunedì

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Sono abbastanza persuasa che ognuno di noi riconosce negli altri solo ciò che già conosce. Questo perché sono un'ottima ascoltatrice e osservo (basita) con molta attenzione l'orrendo teatrino umano che quotidianamente mi si propina. E non conto più le volte in cui mi son sorbita l'ennesima lamentela in merito ai deplorevoli atteggiamenti di Caio, da parte di Tizio, il quale, del tutto inconsapevolmente, mette in atto gli stessi, identici comportamenti. Ne ho dedotto, dunque, che più qualcosa mi disturba, urta, infastidisce, più m'appartiene, seppur io non ne abbia coscienza (vedi pagliuzza dell'occhio altrui Vs trave nel mio). E qui casca l'asina [chi mi conosce e/o legge con costanza (ciao e grazie, Costanza) già dovrebbe sapere che, essendo una persona grave, cado in modo continuo e uniforme, spesso e volentieri]. Perché più invecchio, più tutto&tutti mi disturbano, urtano, infastidiscono. Detta in soldononi: tutta la merda che vedo fuori è nul