Vedo non vedo

Nel mondo dell'infinitamente piccolo, tutto ciò cui la realtà percepibile ci ha abituati, perde di senso (come un sacco di gente). Ci troviamo di fronte a particelle elementari che: 1) possono decidere di comportarsi contemporaneamente come materia e onda; 2) esistono e, allo stesso tempo, non esistono (vedi la gente di cui sopra); 3) distruggono i rapporti di causa ed effetto incasinando il di già complesso e irrisolto problema del tempo; 4) si passano istantaneamente informazioni, anche ad anni luce di distanza, in barba alla velocità della luce stessa; 5) se ne misuriamo la posizione, non possiamo conoscerne la velocità, e viceversa; 6) si trovano simultaneamente in più punti dello spazio, come Padre Pio. In pratica un gran casino di sovrapposizioni di stati ed onde di probabilità in cui tutto è possibile. Finché un osservatore non decide di metterci becco effettuando una misurazione ed andando ad influire su d'una realtà che solo a quel punto si definisce. Sarebbe come dire che le cose che vediamo sono lì e sono così, solo perché ci siamo noi ad osservarle. Il che sarebbe come dire che, osservando, noi creiamo la realtà. Questo tipo di scienza, la quantistica, è contemporanea delle teorie di Einstein. E come le sue sono perfette per descrivere l'infinitamente grande, così lo sono quelle della quantistica per l'infinitamente piccolo. Insomma, si contraddicono pur funzionando entrambe. Invece sarebbe bene che andassero d'amore e d'accordo dato che le "cose" infinitamente grandi sono costituite da "cose" infinitamente piccole. Ma non è così. Addirittura il caro buon vecchio Einstein provò tutta la vita a sputtanare la rivale. Tifoso sfegatato d'un universo ordinato, prevedibile e determinato, non poteva accettare un mondo i cui costituenti fondamentali giocassero d'incertezza, probabilità e indeterminazione. Famose le sue frasi: "Dio non gioca a dadi" e "Veramente lei è convinto che la luna esiste solo se la si guarda?". A questo punto, se siamo tutti d'accordo, proporrei di provare un esperimento cui nessuno di 'sti geni passati alla storia pensò. Che ci vuole? Basta creare un gruppo WhatsApp con tutti e 8 miliardi di persone che siamo, meno quelli che staranno nella parte del mondo in cui splende il sole, scegliere una notte di luna piena e bon, al mio 3, 2, 1 via: tutti a darle le spalle. Voglio proprio veder... ah no, non posso. È nemmeno voi, mi raccomando. Se no l'esperimento va a puttane. Però se nessuno può guardare... chi controlla se la luna c'è o no? Ok, almeno abbiamo spiegato perché nessuno di quei geni tentò l'esperimento e confermato che sono un'idiota. Ma tranquilli: sono anche una fucina di idee. Mi sovvengono, per esempio, le innumerevoli volte in cui ho picchiato la fronte contro pali della luce non visti. Il che implica che fossero lì in mezzo ai cogliops, al marciapiede, seppure inosservati. A meno che non ci fosse qualcuno (non visto da me, ma esistente comunque perché magari a sua volta osservato da una terza persona) a godersi la scem ehm scena. Mi pare di sentirne ancora le risate, confuse all'eco del BigBang in sottofondo. Oppure si trattava di un animale. È risaputo che, in ogni dove, nell'angolo più confortevole e strategico, c'è sempre un gatto che, non visto, tutto vede, esistendo egli, indipendentemente dal fatto di essere guardato. Sono infatti famosi per la loro indipendenza. In ogni caso, per quanto la realtà che percepiamo smentisca le osservazioni che si possono effettuare in ambito quantistico, viceversa esse smentiscono la realtà. Però io, pur fidandomi ciecamente della mia adorata fisica quantistica (che per fortuna esiste anche se nessuno la caga), se non vedo (la luna), non credo (essa sparisca). Perché questo tipo di fenomeni è osservabile solo nell'infinitamente piccolo. Non vale, per esempio, per i problemi mentali infinitamente grandi che ho, fingo di non vedere, ma continuano ad esistere. Soprattutto da quando sono appassionata di tali argomenti che hanno cambiato la mia visione del mondo. Mondo che però non cambia: continua a pullulare di gente infinitamente piccola, anche se non la posso vedere. Vabbè vorrà dire che cambierò mondo io: da quello della fisica a quello dei numeri. È stato dimostrato in questa sede che, nel darli, sono la n. 1.
P.s. Comprate il libro NUOVO così la smetto di scassare?! 

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