Come Dolly
Chi mi legge (già... Chi mi legge?) avrà capito che ho preso ad amare la tanto odiata (ai tempi della scuola) fisica. Bestiale l'ostinazione con cui mi cimento nella lettura di testi divulgativi, redatti pazientemente da autori che si impegnano nel rendere accessibili concetti impossibili ad idioti del mio calibro. Sostanzialmente, mi pare d' aver capito che la fisica studia una realtà, la quale può esser definita tale, solo laddove si verifichino degli eventi. Nell'ipotesi di un Universo in cui nulla si manifesti e tutto resti eternamente statico, neppure avrebbe senso l'esistenza di tale, stupefacente scienza. Da millenni, le più grandi menti s'interrogano ed hanno intuizioni sulla natura di ciò che ci circonda. E litigano di brutto: da chi sosteneva che lo spazio esiste di per sé stesso, così come il tempo, a chi, di contro, giurava che, soltanto se esistono "oggetti" da poter mettere in relazione tra loro e di cui osservare i cambiamenti, è