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Visualizzazione dei post da aprile, 2023

Come Dolly

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Chi mi legge (già... Chi mi legge?) avrà capito che ho preso ad amare la tanto odiata (ai tempi della scuola) fisica. Bestiale l'ostinazione con cui mi cimento nella lettura di testi divulgativi, redatti pazientemente da autori che si impegnano nel rendere accessibili concetti impossibili ad idioti del mio calibro. Sostanzialmente, mi pare d' aver capito che la fisica studia una realtà, la quale può esser definita tale, solo laddove si verifichino degli eventi. Nell'ipotesi di un Universo in cui nulla si manifesti e tutto resti eternamente statico, neppure avrebbe senso l'esistenza di tale, stupefacente scienza. Da millenni, le più grandi menti s'interrogano ed hanno intuizioni sulla natura di ciò che ci circonda. E litigano di brutto: da chi sosteneva che lo spazio esiste di per sé stesso, così come il tempo, a chi, di contro, giurava che, soltanto se esistono "oggetti" da poter mettere in relazione tra loro e di cui osservare i cambiamenti, è

Cosa resta quando l'amaro finisce

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Lo scorso Natale un'amica mi ha regalato la bottiglia d'amaro che potete ammirare nella qui di sopra foto. La sera che l'ha portato l'abbiamo assaggiato, dopodiché l'ho riposto sul qui di sopra frigo e mai più toccato. O almeno non io. Perché seppur l'amaro, a prima vista, fosse sempre lui, ad uno sguardo più attento, ho notato che, nel giro di un mese, il livello del liquido dentro la bottiglia, era calato di 4 dita buone. Ed avendola fotografata dopo la prima (e unica) bevuta, ne avevo le prove tangibili. Al che ho chiesto alle persone che frequentano casa mia (pressoché nessuna) se per caso, complice una precoce demenza senile, non ricordassi di averlo offerto loro. Nada. Allora ho fatto il terzo grado a mia figlia nella speranza che confessasse di averlo incidentalmente rovesciato con qualcuna delle palline di gommapiuma con cui si diletta pur non dovendo o, addirittura, assaggiato con qualche amichetta, così, giusto per combinarmela. Ma nada di

Pensione? Non penso!

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L' altro giorno, in un episodio di masochismo estremo, sono stata all'INPS per indagare sulla mia situazione disper - ehm - pensionisticahahahah. Salta fuori che dovrò sgobbare fino all'imminentissimo 2048hohohoh (sì, c'era pure Babbo Natale che deve averne i coglioni pieni pure lui di lavorare). Peccato mio padre non ci sia più: avremmo potuto festeggiare insieme. I 100 anni lui, l'agognata pensione io. Ammesso che ci arrivi a 69 anni. E, qualora ci arrivi, Alzheimer permettendo. Ma di sicuro #andratuttobbeneheheheh: il '48 arriverà in un battibaleno, io sarò più arzilla che mai (bastarerà poco dato che arzilla, io, mai stata manco da bambina) e potrò godermi lunghi anni di riposo, svago e folleggiamentihihihih (sono realista e, se non l' Alzheimer, almeno un pizzico di demenza senile devo metterla in conto). Comunque mi ci vedo proprio, alla soglia dei 70, a rivestire i panni di educatrice in una RSA per anziani. E meno male che, a proposito di