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Visualizzazione dei post da dicembre, 2023

Inverni

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Alla fine è bello invecchiare perché ti sorprendi a riconciliarti con le "cose" (sottolineo che non ho detto persone) del mondo che, quando sei giovane ed energico, hai tempo e voglia di disprezzare solo perché, poracce, mettono tristezza o suscitano ribrezzo: alcuni insetti, ad esempio, o le foglie vecchie d'inverno. Infatti le cimici, adesso, le catturo facendo ben attenzione a non fiaccarle nel fazzoletto, per poi sbatterle velocemente fuori dalla finestra, anziché nel cesso e tirare lo sciacquone. No, non vado fiera del cimicidio da me protratto nel tempo, ma sto cercando di rimediare già da un pezzo. Basti pensare che ho all'attivo parecchi salvataggi di scarafaggi o cervi volanti disperati che, ribaltatisi per motivi sconosciuti (dato che non mi risulta si alcolizzino), ho travato zampettanti, pancia all'aria, nel tentativo di riconquistare il verso giusto. Una volta avrei schifato l'essere immondo, schivato responsabilità e proseguito oltre,

Troppo amore per nulla

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Faccio sempre più fatica a stare al mondo. E non me ne capacito. Invecchiando, speravo di apprendere l'arte di vivere. Ma mi illudevo: ancora resto appesa a qualcosa che, più che esistenza, è resistenza. Una strenua, disperata, fallimentare lotta ai nemici di cui pullula la mia quotidiana vita. All'intervento salvifico di qualsivoglia alleato non credo più da tempo, ma, maledettissima me, pare ci speri ancora. Sparatemi! Perché non ha alcun senso che, qualunque nemico là fuori, con un'offensiva da nulla, condotta con armi giocattolo, possa innescare devastazioni interne degne del peggiore degli inverni nucleari. Per quanto abbia accettato la contradditorietà quale insita proprietà dell'essere umano, la mia, proprio non mi va giù: desiderare l'approvazione della "gente". Ossia della macro-categoria i cui elementi mi disgustano, sia presi essi ad uno ad uno, sia raggruppati in insiemi più o meno densi [(perché, dunque, curarmi di lor, invece di g

È il mio corpo che cambia

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Senza troppi, inutili, preamboli, vi annuncio che sto entrando nel famigerato territorio della menopausa. E non contano le smentite di recenti esami del sangue, il responso del naturopata e l'età anagrafica tutto sommato (1+1+1+ ... = 536 mesi di vita appena) non così avanzata. Io lo so. Perché? Perché sempre di più credo che ognuno di noi sia malattia, dottore e cura di sé stesso, ma, soprattutto, perché, da un paio d'anni, soffro d'insonnia. Condizione che mi si era presentata, tale e quale, durante la gravidanza, periodo in cui la donna è notoriamente soggetta a sbalzi ormonali che possono causare, tra le altre cose, anche disturbi del sonno. Quindi, nelle innumerevoli notti in bianco che mi lasciano tempo a iosa di pensare a vanvera, ho deciso che questa rinnovata insonnia possa essere legata ad un diverso tipo di scombussolamento ormonale. Perché, diversamente, ho sempre dormito duro io. Nel tentativo di risolvere la questione, non posso che indagare con gl