Quasi quattordici
A breve percorrerai le vie del mondo con grandi occhi blu che sanno rubare i colori al cielo, e passo impaziente. Nelle mani la gioventù che tutto può. Ciò di cui necessiti davvero è già dentro di te, ma non lo sai. Quindi prepara una valigia che contenga solo lo stretto necessario, avendo cura di non perderla, dimenticarla o fartela rubare, ma senza attaccarti all'idea di possederla. Dovrai svuotarla più volte per cambiarne il contenuto, affinché sia più utile alla persona che sarai diventata e ancor non sai. E forse un giorno potrai sbarazzartene del tutto, bastando a te stessa. Perché nulla dura per sempre, nel bene e nel male. Tutto cambia, così tu. Dunque non restare attaccata a nulla, sappi lasciar andare ciò che più temi di perdere. Lo so, sembra difficile, ma sospetto sia il segreto della felicità. Io, evidentemente, non ne sono capace, ma tu sei meglio di me. Puoi almeno prendere in considerazione l'idea. Ma senza attaccarti nemmeno ad essa.
Pur sapendo che i mali, i pericoli e i fallimenti esistono, tu non temere nulla. O meglio: tieni a mente che esistono pericoli reali da cui è bene stare in guardia, ma la maggior parte delle volte essi hanno vita solo nella nostra testa. Insomma: non sussistono davvero. Tuttavia, proprio perché le brutture esistono, ricorda che tutto ciò che, come te, è puro e prezioso, necessita di cura ed attenzione. Usane verso te stessa, prima ancor di pretenderla dagli altri. E proteggiti se è il caso, quando io non potrò più. Abbi l'intelligenza di gioire, a differenza mia, perché, checché se ne dica, la gioia è il fine della vita, lo scopo più nobile da perseguire nel corso di un'esistenza. Perché chi gioisce è bello, e il mondo ha un disperato bisogno di bellezza. Ciò non significa tu non debba soffrire mai. Fallo, se è il caso; piangi, strepita e pesta i piedi con tutta te stessa. Poi vai avanti e torna a gioire. Ma per farlo davvero dovrai prima capir cosa vuoi e, per saperlo, dovrai aver cominciato a capire chi sei. Conoscere se stessi è il lavoro più importante della vita. E può durare una vita. Ma non ti spaventare... È mica il risultato finale quel che conta. Come quando si son scalate abbastanza vette in montagna da aver ben chiaro che non è tanto il traguardo a rendere speciale l'esperienza, quanto il cammino che fin lì ci ha condotti, lacrime, sangue e sudori inclusi. E non è nemmeno importante la strada che sceglierai: lo sono l'energia, l'emozione, l'impegno con cui l'avrai percorsa. E quando avrai capito perché sei "qui ed ora", sii fedele a te stessa, al tuo compito, al tuo obiettivo. Sapevi che "commettere peccato" significa in realtà "mancare il bersaglio"? Ebbene scova il tuo e centralo, anche qualora dovessi avere tutto e tutti contro. Capirai che lo è perché ti farà sentire come innamorata. Ciò che conta è continuare a brillare. Non spegnerti, dunque, in occupazioni o lavori che non ti fanno battere il cuore.
Portami con te come un pensiero leggero e caldo, nei giorni soli e mesti, quando sarai lontana. Perché io mi sto allenando al coraggio di lasciarti andare. Non preoccuparti di spezzarmi il cuore: saprò rimettere insieme i pezzi, come sempre. E fregatene degli altrui giudizi sulle tue scelte di vita. Anche dei miei. Io, da parte mia, mi impegnerò a non criticarle, limitandomi a mettere a disposizione la mia esperienza, qualora ti sia utile e tu ne voglia far tesoro. E parlami. Parlami sempre. Soprattutto dei guai che combini, dei problemi che ti si paran dinnanzi e di tutte le altre "cose brutte". Potrò sbraitare, infuriarmi, "predicare" a fiumi, tenerti il muso, persino giudicarti gravemente. Ma alla fine, dopo tutto, ci sarò sempre. Qui. Proprio qui. Per te. Perché sei il mio prolungamento, anche ora che già impugni le forbici con cui reciderai il cordone ombelicale virtuale che ancor ci lega pur facendosi, via via, sempre più sottile e lungo. Anche quando lo avrai reciso del tutto, ci sarò. Persino quando la mia vita sarà giunta al termine, al di là delle apparenti distanze e delle separazioni illusorie, ci sarò. A guardarti abbracciare la vita con tutta te stessa.
P.s. Non ho neanche più voglia di dirlo di comprare il libro NUOVO.
Non credo ci siano parole più belle da poter essere scritte da una mamma alla figlia... Direi 110 o forse 300
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