La friggitrice Arya

Dopo l'ultimo, insoddisfacente colloquio con il frigorifero Umberto, volendo risparmiare le forze di Carlo, la lavatrice ormai diciassettenne, ed essendomisi di nuovo presentata l'esigenza di tediare qualcuno con i pensieri ricorrenti che mi rincorrono in ogni dove e quando, sono costretta a scegliere, tirando a sorte, tra Fonzie il tostapane ed Arya, la friggitrice ad aria. Al lancio della moneta esce croce, quindi vada per Arya che, per altro verrà messa in croce davvero causa mie cazzate. Dato che, per parlarle, è necessario sia in funzione, mi accingo a ritentare per l'ennesima volta la frittura ad aria delle patate fresche, che per ora, son riuscita solo a bruciare fuori e non cuocere dentro. Ma piuttosto di utilizzare quelle surgelate muoio di fame... Non è ancor partita col suo inconfondibile rumore di phon che già prendo a incalzarla con domande di riscaldamento del calibro di: "Perché, se l'acqua è trasparente, i vestiti, se bagnati, assumono un colore più scuro?", risposta: "Se non è zuppa è pan bagnato!"; o "Perché nei libri il personaggio principale indossa sempre indumenti color kaki?", risposta: "Sono alla frutta!", o ancora "Chi ha inventato il telefono come faceva a sapere se funzionava dato che nessuno ne possedeva un altro?", risposta: "Il pesce puzza sempre dalla testa!", oppure "Perché odio il suono della mia voce registrata?", risposta: "Acqua in bocca!" . Mentre cerco di interpretare le sibilline risposte o, almeno, di capire se, effettivamente, è sveglia o sta staparlando nel sonno, dato che fornisce risposte che c'entrano come i cavoli a merenda, il timer mi avvisa che è bene controllare la cottura delle patate e, dunque, di sospendere un attimo il discorso. All'atto di inserire nuovamente il cestello nel bocchettone per riprendere il processo, Arya non ne vuole sapere (di continuare a sorbirsi le mie menate). Mi tocca dunque insistere un po' per convincerla che, da ora in poi, le porrò solo domande serie, ossia quelle che sottopongo a tutti i miei elettrodomestici, essendo io alla strenua ricerca di quella me che, a quanto pare, si nasconde anche da sé stessa. Appena incastro il cassetto comincio col terzo grado, dato che ora mi pare più vigile ed attenta. Io: 1) "Chi sono io?", ella, un po' surriscaldata: "Una che l'ha fatta a fette!". Io: 2) "Le fette le ho fatte a dovere, affinché cuociano dentro e non brucino fuori?", ella calda come un boiler: "Sorpreeeeesa!". Io: 3) "Da dove vengo?, ella, friggendo di impazienza: "Così, su due piedi, sembri fuggita da un manicomio. E comunque non sono la tua balia... Se non lo sai tu...". Ancora io: "Perché non sai cuocere le patate fresche?", sempre ella: "Non ribaltare la frittata... Sono una friggitrice ad aria, non una cuoca. L'utilizzarmi presuppone comunque il saper cucinare. Io: 4) Dove sto andando?", ella, col cervello in pappa: "Se continui a straparlare invece di controllare le patate, al ristorante. O al manicomio, dove, almeno, cucinerebbero per te. O a farti friggere. Insomma, hai l'imbarazzo della scelta. D'altronde imbarazzante lo sei...". Io: 5) "Qual è il senso della vita?", ella esausta come l'olio: "Mordila (se cotta) prima che ti cadano i denti!". Parendomi a tutti gli effetti una minaccia nei confronti della mia persona da parte sua, decido di disattivarla controllando la "cottura" delle malaugurate patate. Tanto ormai la frittata sarà fatta: la bruciatura esterna con annessa non cottura interna delle suddette dev'essere di certo ultimata. E intanto penso che sì, la vita sa esser cruda e costellata di scottature, ed è compito nostro decidere come cucinarla. Adesso sì che son bell'e fritta: chi cazzo è capace a cucinare? E chi riuscirebbe mai a convincere i miei elettrodomestici, col carattere che hanno, a farlo al posto mio o almeno ad insegnarmi qualche trucchetto? Bel casino... Che debba farmi il Bimby? In fondo si sa... Dai bimbi c'è sempre da imparare...
P.s. Comprate il libro NUOVO così la smetto di scassare! 

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