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Napoli è bella

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Napoli è bella. A tutte l'ore e dappertutto. È bella alle 06:00 del mattino, prima di essere conquistata da frotte della qualunque e il sole è relativamente basso, ma abbacinante abbastanza da rendere complicato il mio reportage quotidiano di muri/palidellaluce/cartelli stradali e delle scritte/adesivi/murales/mosaici/minimanifestidicarta che riportano, lisi dall'usura di tempo ed intemperie e che tanto mi affascinano. È bella Porta d'Alba nelle ore abitate quasi esclusivamente dai napoletani che si recano a lavoro e cominciano a sistemare i bar o piazzare le bancarelle di libri per l'apertura imminente, mentre una squilibrata si aggira, naso in su, fotografando soggetti, dal loro punto di vista assonnato, sicuramente poco probabili. Napoli è bella perché è tutt'un sali scendi (come Lisbona, che amo) di vicoli e gradini, e non importa se te ne toccano 1000 a dir poco per salire al Vomero sputando sangue, lacrimando sudore, grondando lacrime (anche già pe...

Pulizie

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Nel cammino di crescita personale, non di poco conto è il ruolo che gioca la pulizia. Tra le tappe del viaggio verso l'età adulta, significativa è quella segnata dall'andare a vivere da soli, pagare affitto e bollette, provvedere alla spesa, alla cucina e... alle pulizie di casa. Essendomene ita di casa alla giovin'età di anni 21, e avendone compiuti da poco 45, posso ritenermi a tutti i diritti un'autorità in materia di economia domestica, in cui mi aspetto, a breve, una meritata laurea ad honorem. E posso affermare che sì: le pulizie contribuiscono all'accrescimento interiore. Dalle primissime fasi in cui ci si limita alla sola pulizia delle superfici orizzontali a vista, a quella in cui ci si arma di spazzolini di varia foggia, dimensione e durezza delle setole per ogni tipo di interstizio, il passo non è breve: ci vogliono anni. Anni che vedranno l'interessato, impegnato nell'attraversamento e superamento di diverse fasi. Fasi che condurranno...

Cose di casa

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Mi chiedo spesso cosa fanno le cose quando non le osserviamo. No, non sono pazza. Cioè, sì, lo sono altroché, per cui mi perdonerete se mi piace immaginare che gli oggetti abbiano una vita segreta. Senza timore di essere etichettata animista, procedo dunque a ipotizzare quel cazzo che fanno, a mio parere, gli arredi, le piante, gli elettrodomestici, la gatta e la casa tutta quando la top ehm la tipa (che sarei io) non c'è. Allora, Malù se la cava sicuramente dormendomangiandodormendovomitandorimangiandoridormemdo quando non è troppo impegnata nella fase depilatorio-ossessiva dell'interno cosce, cosicché al mio ritorno possa io trovar ciuffi di pelo ovunque. Il che dimostra che nessuno, o meglio niente, in mia assenza, si occupa delle pulizie. Gli accendini giocano tra di loro a nascondino e, date le ridotte dimensioni, ogni anfratto della casa è buono. Non per me, quando li cerco, perché finisce che spesso si addormentano nel nascondiglio scelto per uscirne ore, a v...

Cara micia ti scrivo...

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... così mi rilasso un po', siccome non posso condurti pel mondo alfin di goder dei tuoi favori in forma di fusa, che notoriamente posseggono poteri taumaturgici in fatto di cura dell'animo. Con questa mia, vorrei chiederti scusa per tutta la negatività che hai dovuto accollarti ed assorbire per causa mia: tu, esserino peloso e nero di appena 2 kg scarsi, te ne sei sobbarcati 50 e rotti di presomalismo pressoché costante. E da 11 anni ormai, dato che a breve sarà il tuo compleanno. Strano tu sia viva e non abbia appreso la sottile arte della bestemmia pesante. Eppure sembra ieri che entravo nel gattile con Viola ancor piccola. Lei avrebbe scelto il/la tuo/a compagno/a di cella dal vello bianco e nero, ma io ti avevo già adocchiata. E quando sei venuta verso di noi, come a dire "son io che vi scelgo", ho capito che eri tu. Così, con un semplice "... però anche questa tutta nera è bella" ho facilmente convinto Viola, che all'epoca era decisamen...

Giornate mondiali

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Oggi (che, quando deciderò di pubblicare quest'ennesima farneticazione, non sarà più ques'oggi) è la giornata mondiale del collaboratore scolastico. Del bidello insomma. È niente: mi sarei aspettata, andando a scuola, intanto di non dovervi andare, e poi, se proprio devo, di essere accolta da grandi festeggiamenti comprensivi di: servizio in camer... ops bidelleria, astensione dalla pulizia dei locali, valletto apri-porta, centralinista, manifestazioni d'affetto, performances a tema vario di maestre e bambini, omaggi e ossequi, per me e le mie colleghe. Invece niente. Ora, non voglio insinuare manchevolezze varie da parte delle maestre e dei pargoli: non è un problema imputabile a dimenticanza o mancanza di rispetto da parte loro nei confronti della nostra rispettabilissima figura. La questione è che, se si deve festeggiare qualcosa ogni giorno, si perde inevitabilmente il significato del concetto di "celebrazione". Ma andiamo a vedere nello specifico....

Vite rotte

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Essendo sempre più convinta che ciascuno di noi è malattia, dottore e cura di sè stesso, mi sono cimentata nella lettura del libro di cui parlerò, al fine di indagare, il più possibile in autonomia, le cause ed i sintomi della mia condizione di disturbata (da voi e di mio). L'autore ha grandi pretese: paragonare l'animo delle persone alla ceramica, materiale suscettibile di facili rotture. Egli ci accompagna, dunque, in un viaggio alla scoperta dell'antica arte giapponese del Kintsukuroi, che si serve di fogli d'oro o d'argento per ricomporre i frammenti degli oggetti in ceramica rotti. L'intento non è certo quello di mimetizzare o nascondere le riparazioni; al contrario, si tratta proprio di mettere in evidenza le crepe per rendere l'oggetto più bello e desiderabile, nella sua nuova veste lucente e preziosa. Insomma sembra l'arte delle seconde opportunità. Il libro crea un parallelismo con le persone: anch'esse, qualora si rompano, posso...

Darsi un tono

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Avendo preso la mano a tale indagine dei tratti che definiscono la mia specifica pazzia, ho continuato il ripasso degli appunti di psichiatria  con annesso ascolto esperti vari. Il tutto dopo aver attraversato ciascuna delle straordinarie fasi dell' "elaborazione del lutto". Che sono: 1) NEGAZIONE, ovvero "Ma che cazzo scrivono? Ah... Già gli appunti li ho scritti io... Va be... Che cazzo mi hanno fatto scrivere? Io non ho nessun disturbo. È il mondo che mi disturba. È la gente ad essere disturbata, non io... ". Oppure "Io sto benissimo. A patto di star da sola, non uscir di casa e aver nulla da dover fare...". A mano a mano che ci si avvicina alla seconda, ci si lancia in esternazioni quali: "Ok... Se ho un disturbo io, allora tutti gli altri?", che denota che si è maturi per la: 2) RABBIA. "È che cazzo! Spacco tutttooo. Di chi è la colpa? Cosa mi avete fatttooo, maledetttiii..." e, tanto per aver le idee confusamente c...