Pulizie

Nel cammino di crescita personale, non di poco conto è il ruolo che gioca la pulizia. Tra le tappe del viaggio verso l'età adulta, significativa è quella segnata dall'andare a vivere da soli, pagare affitto e bollette, provvedere alla spesa, alla cucina e... alle pulizie di casa. Essendomene ita di casa alla giovin'età di anni 21, e avendone compiuti da poco 45, posso ritenermi a tutti i diritti un'autorità in materia di economia domestica, in cui mi aspetto, a breve, una meritata laurea ad honorem. E posso affermare che sì: le pulizie contribuiscono all'accrescimento interiore. Dalle primissime fasi in cui ci si limita alla sola pulizia delle superfici orizzontali a vista, a quella in cui ci si arma di spazzolini di varia foggia, dimensione e durezza delle setole per ogni tipo di interstizio, il passo non è breve: ci vogliono anni. Anni che vedranno l'interessato, impegnato nell'attraversamento e superamento di diverse fasi. Fasi che condurranno a scatti interiori via via più profondi. A partire da: 1) "Impara a guardare le cose da un'altra prospettiva". Dopo anni di pulizia apparente delle sole superfici orizzontali in vista, si realizza che anche quelle celate da libri, utensili e suppellettili della cucina o inutili chincaglierie e foto sparse per la kilometrica libreria, se sgomberate, presentano chiare tracce di polvere e insetti morti; 2) "Come in alto, così in basso. Come fuori, così dentro". Ovvero: come sopra ogni scaffale, così sotto ciascun letto. Come i vetri fuori, cosi un cassetto delle posate dentro; 3) "Viviamo in uno spaziotempo a 4 dimensioni" per cui, almeno la terza, andrebbe rinfrescata di tanto in tanto. È qui che si comprendono davvero le straordinarie implicazioni della relatività di Einstein: quando si capisce che anche le superfici e gli arredi verticali della casa, quali piastrelle dei muri, finestre e tende, vanno accuditi; 4) "Occorre attenzione al particolare". Qui, invece, si fa il salto di qualità degli spazzolini: quando si scopre che anche gli zoccolini dei muri, i contorni delle mascherine degli interruttori, i bordi più alti delle porte (anche interne), le fughe delle piastrelle e le fessure delle persiane vanno raggiunte e nettate; 5) "Allenati a distaccarti da ciò che più temi di perdere". Fase apparentemente semplice ma in realtà insidiosa, essa sopraggiunge quando ti scassi le palle di dover togliere dai mobili, prima di doverli pulire, tutta una serie di scatole e scatoline di latta vecchie e nuove di cui fai collezione da anni e che adori massimamente. Collezione che va spolverata a sua volta. E rimessa al suo posto. Ebbene, dopo anni in cui, cristonando, ti ci accingi, arriva il momento di ascoltare Yoda e dire basta: scatoline fuori dai coglioni. Me ne distacco. A malincuore. Ma non le butto. In fondo sto ancora, e per chissà quanto tempo, lavorando su di me. Non è il caso di essere così severi con sé stessi. Magari le venderò a qualche altro psicopatico come me; 6) "Tutto è illusione". Anche il pulito. Questa fase, la finale, è articolata in più momenti: A) "Per pulire qualcosa devi sporcare qualcos'altro". Infatti stracci e spugne per pulire si sporcano anch'essi e vanno, di conseguenza, lavati e, di tanto in tanto, sostituiti con altri nuovi; B) "Tutto è relativo". Ciò che è pulito per me, per un paranoico è uno schifo; C) "Nulla è come sembra". Ciò che può sembrar pulito, sotto la giusta luce, è praticamente un merdaio; D) "Gli opposti sono facce diverse di una stessa medaglia". Tant'è che l'acqua, che tutti associamo al pulito, laddove ristagni, fa subito palude e marciume. Andate un po' a smontare la vostra centrifuga per strizzare l'insalata, e vedrete. Dai, dai, correte a controllare gli angoli nascosti di certe docce che mai vengono asciugate, poi mi dite...; 7) "Tutto è ciclico". Infatti la cazzo di polvere torna. Tu la togli, lei torna. Tu la togli, lei torna. In un loop. Per sempre. E sti cazzi; 8) "Le faccende domestiche, se fatte bene, possono ucciderti". E qui l'importanza di aver allenato l'equilibrio, che per essere raggiunto e mantenuto, necessita di anni ed anni in bilico su scale, tavoli, sedie (non necessariamente in questo ordine), per di più in posizioni azzardate e con le mani impegnate.
Insomma, come ogni lavoro su di sé, pulire è faticoso. Infatti chi decise che doveva essere considerato un lavoro da donne, deve aver mai, mai pulito in vita sua. Per questo sto qui a scrivere cazzate invece di alzare le chiappe e cominciare le pulizie estive, per quanto in realtà mi piaccia. Perché sto aspettando un uomo, dato che tra il duro lavoro di portare giù la pesantissima scala per le mia perigliosissima e strettissima scala interna, la possibilità di cadere e morire già nel tragitto, nonché durante il lavoro vero e proprio, la fatica e la veneranda età... Ok, dai... Mai far fare ad un uomo ciò che puoi far da sola... 3, 2, 1 via... Che, per stare in tema di citazioni, lo sporco è come l'essenziale. Invisibile agli occhi. Ma io, ormai, lo so che c'è.
P.s. Comprate il libro NUOVO così la smetto di scassare! 

Commenti

Post popolari in questo blog

Troppo amore per nulla

Umberto l'eco