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Do not disturb

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Stufa d'essere un malessere, ho deciso infine di andare a fondo (tanto più in basso di così...) in merito alla questione della tanto millantata unicità, particolarità, stranezza o pazzia che dir si voglia e che si attribuisce alla mia persona. Troppo a lungo mi son data a bere (a stomaco vuoto) la storia del "sono speciale"... Ma per fortuna giunge sempre, prima o poi, l'ora di mangiare la foglia. Foglia parecchio indigesta per altro. Così ho ripreso in mano i vecchi appunti del corso di psichiatria e ta-daaaaaaaa: c'ero. Dove? Nel 15/20% di persone che soffrono di disturbo della personalità. Tale patologia è suddivisa in tre macrocategorie le quali a loro volta comprendono 3/4 sottogruppi per un totale di dieci. La personalità degli individui che ne soffrono è rigida, pervasiva, poco adattiva e disagiante per essi stessi e per gli altri. Il fatto che abbia sempre pensato che il mio disagio si origini dal mondo, troppo pullulante di gente purulenta, fa...

Errori sul lavoro

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Nonostante abbia mai amato l'idea di "lavoro", ho avuto (ed ho) la fortuna di amare quelli che ho scelto. Ricordo ancora cosa pensai del mio primo lavoro vero, quello al centro di riabilitazione "G. Ferrero" di Alba: "Da qui non me ne vado più!". E in effetti poco ci è mancato: dopo 6 anni di quella professione, ero pronta per passare da operatrice a utente. In effetti quell'esperienza: mi ha regalato moltissime delle situazioni più arricchenti, divertenti, intense e terribili della mia vita; ha gettato luce sulle zone d'ombra che abitano ognuno di noi per quanto non lo si sappia o, se sì, si nascondano sotto il tappeto, come si fa con la polvere; tanto, tantissimo mi ha dato ed altrettanto mi ha tolto, e velocemente anche, visto che mi sono spesa tutta e subito, per poi rimanere senza manco l'energia di lasciarlo. Ci ho messo anni. Si sa: il primo amore non si scorda mai. Quasi fosse un innamorato, io l'ho amato ed odiato, ...

Dare i numeri

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Tanto per sentirmi ancor più disagiata di quanto già non sia, ho deciso di darmi alla matematica, materia i cui testi avrei dato alle fiamme ai tempi della scuola e fu responsabile della scelta, da parte mia, d'un indirizzo di studi che la escludesse il più possibile. Indirizzo che, col senno (e cosenno) di poi si direbbe sbagliato non tanto per via del mio nonsenso di orientamento e di penuria, negli anni '80/'90, di dispositivi quali smartphone e/o navigatori satellitari, quanto, piuttosto, per la mia tardiva passione per la fisica, le cui basi (× altezze : 2) poggiano su solide radici (non solo quadrate) decisamente matematiche. E niente... è un mondo tutto da scoprire e che mai manca di entusiasmare disagiati come me. Insomma, non era colpa della matematica in sé, e nemmeno della mia scarsa attitudine ad essa. Complici l'età acerba e la scuola che notoriamente fa di tutto per sopire interesse, passione e curiosità nelle giovani menti in virtù di valori m...

Del vuoto

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In un'epoca in cui è sempre più pervasivo (affermazione che non spiegherò), non posso esimermi dal dir la mia sul concetto di vuoto. Largamente dibattuto dai grandi della filosofia e della fisica, ha visto contrapporsi, nei secoli, gli atomisti di Democrito, convinti che il vuoto esista e sia l'indispensabile palco su cui gli atomi si muovono nella danza che tutto crea, agli aristotelici dell'horror vacui secondo cui la natura, che ha orrore del vacuo, si adopera alacremente a riempire ogni vuoto, laddove e qualora esso si crei nel vasto universo. Idea che resistette a lungo anche in virtù della religione: d'altronde Dio, perfettissimo creatore di tutto, non può aver dato alla luce qualcosa di tanto inutile (e buio) come il nulla. E poi lo diceva anche Parmenide: 1) ciò che è, è, dunque esiste; 2) ciò che non è, non è, dunque non esiste (tipo il vuoto). E non ha senso parlarne, zitti tutti! Dopo qualche secolo di silenzio, venne la volta della quantistica e ...

Vasa inania multum strepunt

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'Sta mattina mi son son svegliata incazzata . Ok, ok, è vero: il fatto, di per sé, non costituisce una novità (sto pubblicando con una differita di 10 gg circa rispetto alla stesura del post, ma la situa è la stessa...). Mettiamola così allora: sono riemersa dal sonno più incazzusa del solito. E quando, come nel mio caso (disperato), non ci sono motivi particolari per nutrire l'astio che mantengo dalla nascita, quando, insomma, ti girano le palle per nulla in particolare, è un po' come girassero per tutto. Ora sarà sufficiente sostituire "tutti" a "tutto" per avere chiaro il quadro della faccenda. Ma procediamo con disordine. Se non ricordo male, il primo pensiero vibrante d'ira delle prime ore dell'odierna giornata, s'è involato alla volta della nutrita (per quanto andrebbe affamata) categoria di persone che ritengono il loro parere sulla qualunque così determinante per il destino della Terra da doverlo per forza esternare, seppu...

#SoloCoseBalle

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Basta parlare di cose (e persone) brutte: sto diventando monotematica al punto di annoiarmi da sola. Spalanco, dunque, porte e finestre alle pulizie di primavera di queste 4 mura che, da un po' di tempo, assomigliano alle mie prigioni. Forza: diamo fuoco alle polveri (o aspirapolvere come al solito?). Ok, seriamente... Mmm... sì... un attimo e sono sssubito da voi... Allora, vediamo... cosebellecosebellecosebelle... Eh. Uhm... Ecco: ci son... Ah, no, questa no... È che non so da che parte cominciare... Forse devo solo guardarmi intorno... Toh, trovato: Malù. Scovata in gattile, essa è entrata a far parte della famiglia ben quasi11 anni fa. Da allora, un susseguirsi di gioie, a partire dalle fusa, optional di serie di cui ogni gatto è dotato, ma di cui la nostra amata scienza non sa dare spiegazioni. Non credo sia il caso di dilungarmi in spiegazioni: chi ha, almeno una volta, accarezzato un felino, è a conoscenza del potere curativo che dalle sue fusa promana. E come no...

I mille volti del disagio

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Nel dubbio che il materiale per la seconda raccolta di versi (e non) dedicati ai miei amori tristi (e non) non sia del tutto sufficiente, mi accingo, controvoglia, a sprecare la mia arguta penna all'essere più insulso, inutile e dannoso che la disgrazia ha voluto incontrassi: tu. Nel farlo sono combattuta: scrivendo ancora di te, corro il rischio che tu ti senta investito (...) d'un importanza immeritata. È meglio sottolineare che parlo di te in questi termini perché effettivamente sono quelli che ti descrivono, non perché sono ancora emotivamente coinvolta (un limone è giallo, che sia o meno incazzato chi lo descrive, no? Ecco: anche le amebe sono amebe indipendentemente dal livello di rabbia di chi le guarda disgustato). Comunque... il libro s'ha da fare. Quindi lo farò. Sia mai che, scrivendone ancora, possa interiorizzare, incarnare, metabolizzare ciò che già m'è ben chiaro a livello mentale. Ossia che è solo colpa mia. Perché segnali ne hai dati. Oh, se...