Do not disturb

Stufa d'essere un malessere, ho deciso infine di andare a fondo (tanto più in basso di così...) in merito alla questione della tanto millantata unicità, particolarità, stranezza o pazzia che dir si voglia e che si attribuisce alla mia persona. Troppo a lungo mi son data a bere (a stomaco vuoto) la storia del "sono speciale"... Ma per fortuna giunge sempre, prima o poi, l'ora di mangiare la foglia. Foglia parecchio indigesta per altro. Così ho ripreso in mano i vecchi appunti del corso di psichiatria e ta-daaaaaaaa: c'ero. Dove? Nel 15/20% di persone che soffrono di disturbo della personalità. Tale patologia è suddivisa in tre macrocategorie le quali a loro volta comprendono 3/4 sottogruppi per un totale di dieci. La personalità degli individui che ne soffrono è rigida, pervasiva, poco adattiva e disagiante per essi stessi e per gli altri. Il fatto che abbia sempre pensato che il mio disagio si origini dal mondo, troppo pullulante di gente purulenta, faceva parte del disturbo. Infatti mi disturbate tutt'ora, ma ora so che non è colpa vostra... O comunque andate sopportati in ogni caso. Le cause di tale patologia, pensate un po', sono ad oggi per lo più sconosciute alla scienza, ma pare "emergere da una complessa e caotica interazione di temperamento (di cui siamo dotati alla nascita) predisponente e esperienze disfunzionali precoci e traumatiche che hanno creato un danno psicologico". Esperienze traumatiche che sono sicuramente imputabili al mondo che già c'era là fuori quando ancora ero un tenero fiore. Insomma, credo di avere diritto all'invalidità. Essendo il mio disturbo non altrimenti specificato, spazio allegramente in una metà di essi, con rapide incursioni nella restante metà. Ed eccomi indossare i miei tratti "borderline" mentre passo dall'onnipotenza più sfrenata alla sensazione netta di essere la più merda delle merde a causa della forte instabilità che caratterizza la mia immagine di me. Tale incertezza mi procura spesso frustrazioni che tollero a fatica. Infatti il mio controllo degli impulsi è ai minimi storici. Anche i successi che ottengo autosabotandomi e trasformando ogni esame della vita in figura di merda, rientrano nel quadro borderline. Ma bighellonando, talvolta bazzico altri tratti. Come quello "narcisista", che fa sì ch'io mi crogioli nell'illusione di essere unica, indispensabile, speciale a patto che ci sia sempre qualcuno pronto a ricordarmelo e riconfermarlo, pena la discesa d'una china fatta di rabbia/depressione più nera, insicurezza che ha del paranormale e disistima di me. Come fossi un buco nero cui nulla basta mai. Non contenta, mi dirigo anche verso territori che dovrei evitare, come quello "evitante" che mi porta a rimandare ogni cosa che procura stress, ovvero, nel mio caso, quasi tutto. Chi mi conosce sa che, per esempio fosse per me, le valigie d'una vacanza qualsiasi, rimandate ad libitum, finirei per farle una volta arrivata a destinazione, tanta è l'ansia che m'assale ad ogni partenza. Il tratto di personalità evitante è responsabile pure del mio esagerato timore d'esser giudicata dagli altri inadeguata. Quello "dipendente" (un altro dei miei) invece mi rende incline a ricercare rapporti con persone che si assumano la responsabilità della mia cura e del mio accudimento, anche se questo comporta il sopportare, da parte mia, imposizioni, sottomissione e rinuncia delle libertà. Ecco perché mi accontento sempre di rapporti insoddisfacenti. Ma dai... Chi avrebbe mai detto che non era colpa vostra? E chi avrebbe mai immaginato che la contradditorietà che mi abita da sempre sia un sano tentativo, da parte mia, di ovviare ai miei disturbi. Basti pensare che: 1) ricerco accudimento in maniera spasmodica ma a 21 anni sono andata a vivere da sola; 2) sono empatica da morire eppure a volte mi par di non amar nessuno; 3) fatico a fidarmi di chicchessia ma ho difficoltà a prendere decisioni in autonomia perché ho poca fiducia nella mia capacità di giudizio; 4) sono timida eppure adoro stare al centro dell'attenzione perché presento lievi, seppur chiari, tratti "istrionici". Solo l'ego smisurato che mi porta per il mondo è costante, seppur ballerino: passa dal volermi la migliore al credermi al centro degli orridi pensieri di tutti. Il tratto più inquietante della mia condizione, oltre alla depressione, è la ridottissima capacità di ricordare fatti quotidiani del mio passato recente e non, a causa di una lieve tendenza a dissociarmi. Ecco perché dopo tre minuti che parlate non vi sto più ascoltando: non è solo colpa dell'immensità del cazzo che mi frega. Insomma: ora mi sento più legittimata ad esistere, anche nella mia pazzia. Come si suol dire, dal momento che si è sempre detto che lo sono, tanto vale lo sia davvero. E pensate un po': mai e poi mai cambierei il mio scalcinato bagaglio di disagi sempre pronto, con i vostri, per quanto super accessoriati. Perché dato che non ho senno, ho sempre ragione: sia che vi sorrida, sia che vi prenda a schiaffoni.
P.s. Comprate il libro NUOVO così la smetto di scassare! 

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