Del vuoto

In un'epoca in cui è sempre più pervasivo (affermazione che non spiegherò), non posso esimermi dal dir la mia sul concetto di vuoto. Largamente dibattuto dai grandi della filosofia e della fisica, ha visto contrapporsi, nei secoli, gli atomisti di Democrito, convinti che il vuoto esista e sia l'indispensabile palco su cui gli atomi si muovono nella danza che tutto crea, agli aristotelici dell'horror vacui secondo cui la natura, che ha orrore del vacuo, si adopera alacremente a riempire ogni vuoto, laddove e qualora esso si crei nel vasto universo. Idea che resistette a lungo anche in virtù della religione: d'altronde Dio, perfettissimo creatore di tutto, non può aver dato alla luce qualcosa di tanto inutile (e buio) come il nulla. E poi lo diceva anche Parmenide: 1) ciò che è, è, dunque esiste; 2) ciò che non è, non è, dunque non esiste (tipo il vuoto). E non ha senso parlarne, zitti tutti! Dopo qualche secolo di silenzio, venne la volta della quantistica e di Einstein che, pur litigando su tutto, su una cosa erano d'accordo: il vuoto assoluto non esiste nella maniera più assoluta. Che si tratti dei campi che pervadono il cosmo tirati in ballo dalla fisica dei quanti, o lo spaziotempo che tutto permea di Einstein, per il vuoto non c'è scampo (proprio perchè c'è campo...). Non c'è nulla al di fuori dello spaziotempo. Esso è tutto quel che esiste, e si dilata non perché a sua volta contenuto in qualcosa di più grande all'interno del quale sia disponibile spazio vuoto da riempire. Espandendosi crea se stesso. Non so voi, ma per me è arduo accettare che qualcosa si espanda se c'è nulla entro cui farlo. Ma lo è altrettanto immaginare di essere contenuti in qualcosa. Perché a quel punto potremmo immaginare il contenitore del contenitore. E poi il contenitore del contenitore del contenitore, e così via, andando però ad imputtanarci nell'altrettanto controverso tema dell'infinito. Cazzo, bel casino! Per altro ancora in corso. Perché alla fine, se 'sto vuoto esiste o no, per certo, nessuno lo sa. Che se pensiamo che la scienza non sa mettersi d'accordo nemmeno sulla questione se sia bene o no bere due litri di acqua al giorno, non è così inaspettato. Di sicuro si sa che è sempre circondato da un alone di negatività. Un po' come me, insomma. Basti pensare ad espressioni tipo "vuoto di memoria", "testa vuota", "vuoto di potere", "bottiglia di vodka vuota", "vuoto legislativo", "persona vuota", "vuoto di senso" , "senso di vuoto"... O al Nulla de "La storia infinita" di Ende, famigerato vuoto che tutto e tutti inghiotte. Per i fisici, il vuoto, è qualunque cosa non influenzi il mio esperimento. Volendo intendere la vita come il più grande degli esperimenti, va da sé che, parlando per me, io vorrei che nulla mi influenzasse. O meglio: vorrei che IL nulla non mi influenzasse. Inoltre: se invece di volerlo colmare a tutti i costi, provassimo a spiccare quel famoso "salto nel vuoto"? Se per "vuoto" intendiamo quello che ci abita, allora il salto va fatto dentro di noi. Lavoro che tutti procrastiniamo, fingendo non ci riguardi. I più muoiono senza aver nemmeno mai immaginato di doverlo fare. Ma come mai? Ma chi sarai? Probabilmente perché ci troveremmo a realizzare che, a ben guardare, non siamo gli splendidi che credevamo, bensì un ricettacolo di tutto ciò che più deprechiamo e critichiamo degli altri. Potremmo pericolosamente scoprire che nulla di esteriore (figli, lavoro, ahahahmici, ahahahmori, fama, denaro, gioe varie ed eventuali), affievolirà il nostro senso di vuoto. Perché la responsabilità è nostra. Ma noi siamo italiani e la fuga dalle responsabilità è il nostro sport nazionale. Eppure solo con noi stessi possiamo riempire il vuoto che c'è in noi. Che è un po' come dire: diventare il vuoto stesso. Esiste un insulto: "sei nulla mischiato con niente". Ebbene io credo debba diventare lo scopo della mia vita. Altro che "mi sento nessuno nonostante tutti" dei miei vecchi "Afuorismi"... Nella gara a chi vuol esser tutto e di più, alla fine vincerà chi aspira alla profonda quiete d'una perfetta vacuità. Quindi, continuate pure a sottovalutarmi...  Che Ulisse, da buon signor Nessuno, l'ha messa in culo persino a Polifemo. 
P.s. Comprate il libro NUOVO così la smetto di scassare! 

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