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Inverni

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Alla fine è bello invecchiare perché ti sorprendi a riconciliarti con le "cose" (sottolineo che non ho detto persone) del mondo che, quando sei giovane ed energico, hai tempo e voglia di disprezzare solo perché, poracce, mettono tristezza o suscitano ribrezzo: alcuni insetti, ad esempio, o le foglie vecchie d'inverno. Infatti le cimici, adesso, le catturo facendo ben attenzione a non fiaccarle nel fazzoletto, per poi sbatterle velocemente fuori dalla finestra, anziché nel cesso e tirare lo sciacquone. No, non vado fiera del cimicidio da me protratto nel tempo, ma sto cercando di rimediare già da un pezzo. Basti pensare che ho all'attivo parecchi salvataggi di scarafaggi o cervi volanti disperati che, ribaltatisi per motivi sconosciuti (dato che non mi risulta si alcolizzino), ho travato zampettanti, pancia all'aria, nel tentativo di riconquistare il verso giusto. Una volta avrei schifato l'essere immondo, schivato responsabilità e proseguito oltre,...

Troppo amore per nulla

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Faccio sempre più fatica a stare al mondo. E non me ne capacito. Invecchiando, speravo di apprendere l'arte di vivere. Ma mi illudevo: ancora resto appesa a qualcosa che, più che esistenza, è resistenza. Una strenua, disperata, fallimentare lotta ai nemici di cui pullula la mia quotidiana vita. All'intervento salvifico di qualsivoglia alleato non credo più da tempo, ma, maledettissima me, pare ci speri ancora. Sparatemi! Perché non ha alcun senso che, qualunque nemico là fuori, con un'offensiva da nulla, condotta con armi giocattolo, possa innescare devastazioni interne degne del peggiore degli inverni nucleari. Per quanto abbia accettato la contradditorietà quale insita proprietà dell'essere umano, la mia, proprio non mi va giù: desiderare l'approvazione della "gente". Ossia della macro-categoria i cui elementi mi disgustano, sia presi essi ad uno ad uno, sia raggruppati in insiemi più o meno densi [(perché, dunque, curarmi di lor, invece di g...

È il mio corpo che cambia

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Senza troppi, inutili, preamboli, vi annuncio che sto entrando nel famigerato territorio della menopausa. E non contano le smentite di recenti esami del sangue, il responso del naturopata e l'età anagrafica tutto sommato (1+1+1+ ... = 536 mesi di vita appena) non così avanzata. Io lo so. Perché? Perché sempre di più credo che ognuno di noi sia malattia, dottore e cura di sé stesso, ma, soprattutto, perché, da un paio d'anni, soffro d'insonnia. Condizione che mi si era presentata, tale e quale, durante la gravidanza, periodo in cui la donna è notoriamente soggetta a sbalzi ormonali che possono causare, tra le altre cose, anche disturbi del sonno. Quindi, nelle innumerevoli notti in bianco che mi lasciano tempo a iosa di pensare a vanvera, ho deciso che questa rinnovata insonnia possa essere legata ad un diverso tipo di scombussolamento ormonale. Perché, diversamente, ho sempre dormito duro io. Nel tentativo di risolvere la questione, non posso che indagare con gl...

Vedo non vedo

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Nel mondo dell'infinitamente piccolo, tutto ciò cui la realtà percepibile ci ha abituati, perde di senso (come un sacco di gente). Ci troviamo di fronte a particelle elementari che: 1) possono decidere di comportarsi contemporaneamente come materia e onda; 2) esistono e, allo stesso tempo, non esistono (vedi la gente di cui sopra); 3) distruggono i rapporti di causa ed effetto incasinando il di già complesso e irrisolto problema del tempo; 4) si passano istantaneamente informazioni, anche ad anni luce di distanza, in barba alla velocità della luce stessa; 5) se ne misuriamo la posizione, non possiamo conoscerne la velocità, e viceversa; 6) si trovano simultaneamente in più punti dello spazio, come Padre Pio. In pratica un gran casino di sovrapposizioni di stati ed onde di probabilità in cui tutto è possibile. Finché un osservatore non decide di metterci becco effettuando una misurazione ed andando ad influire su d'una realtà che solo a quel punto si definisce. Sareb...

Ancora questa, poi basta

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E poi, all'improvviso cade l'occhio sullo specchio della vecchia cassettiera, dove so d'averci nascosti, dentro ad una delle tante scatole di latta o dietro la cornice d'altre foto. Non ricordo. Ma so che ci siamo e siamo raggianti in quegli scatti: 4 istantanee che ci fissano in un attimo eterno d'amore già finito. Ti convinsi a farle, trascinandoti nella cabina d'un automatico a Chieri. Già... Chi eri? Non ho più avuto il coraggio di prenderle in mano: troppo presa, finora, a riprendere in mano la situazione. Ma confido di farlo un giorno di questi, per capire se posso ravvisare, tra particolari impressi su pellicola, segnali, suggerimenti, indizi di ciò che davvero sei, nascosti ad arte tra ciò che sembri. Magari saprò ravvisare un paio di pixel della realtà che ti abita. Già, ma quali? Stronzaggine e cattiveria? Falsità e vigliaccheria? Oppure chiusura e ottusità? Chissà... Intanto, l'unico foglio cui relegare tali, inutili e dolorosi pensier...

I bambini

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I bambini sono ubriachi naturali. Chiunque abbia modo di osservarne tanti, tutti insieme, potrà notare che, immaginando di poter sostituire ciascuno di loro con un adulto qualunque, avrebbe sicuramente l'impressione di trovarsi tra sbronzi. Perché è esattamente quel che sono: inebriati di vita. Sorvoliamo sul fattaccio che, da sbronzi a stronzi, da ubriachi di vita a ubriachi e basta, è un attimo: basta limitarsi a crescere un po'... Ma finché sono piccoli ed ebbri di mondo, li si può osservare: ridere per nonnulla, immaginare cose che "non ci sono", arrampicarsi-correre-cadere, urlare e cantare a squarciagola, passare dal riso al pianto in tempo 0, straparlare e proferire, l'attimo dopo, grandi verità. D'altronde "in vino veritas". Così com'è vero che i bambini sono maestri naturali. Non ancora schiavi dell'idea di "tempo che passa (o non passa un cazzo)", vivono intensamente ogni istante, in un eterno presente mai pert...

Ancora in Via di Miglioramento

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La vita è una favola e la mia non fa eccezione, essendo compartecipata da innumerevoli anomali animali, purtroppo parlanti, e presentando, alla fine, un morale. Basso. A tratti bassissimo. Vorrei vedere voi... O meglio, vorrei spariste, ma non prima che abbiate provato a mettervi nei miei panni, appesi lì ad un filo, senza mai la possibilità di asciugarsi tra un acquazzone di cattiverie e l'altro, grondanti, dunque, in pozzangherie sempre più profonde. Se solo 'ste mollette svolgessero la funzione per cui esistono mollandomi, partirei per chissà dove... Sono certa starei bene, anche soltanto ad un meglio da qui. In fondo è troppo che sono ferma sulle mie posizioni: non ci sto più tanto comoda. E poi, le rare volte che sono uscita dagli schemi, c'era il mondo. Per non parlare di quella volta che sono andata fuori di me perché non ne potevo più di starci dentro. Già... Dovrei lasciarmi andare di più. Soprattutto quando non mi lasciate stare e sono costretta ad usc...