Post

L'uomo senza scarpe - part 2 -

Immagine
Con gli occhi fissi sui piedi dei soli individui di sesso maschile in cerca del paio scalzo, ci accingevamo alla frequentatissima panchina. Giunti quasi nei pressi, notiamo la presenza di una volante dei carabinieri, intenti, in quel frangente, a parlare con un civile fuori dall'auto. Apriti cielo: l'ipotesi che qualche dramma si fosse consumato somigliava sempre più ad una certezza, se già gli sbirri facevano domande in giro. Che fare dunque? Eravamo rosi dalla curiosità: se le forze dell'ordine erano già sul posto dovevano certo saperne più di noi. Ma mentre decidevamo se rendere partecipi i "colleghi" delle nostre elucubrazioni degne di C.S.I., più che altro per carpire a nostra volta interessanti particolari, questi salgono in macchina e se ne vanno, lasciandoci lì da soli a smazzarci il lavoro sporco. A nulla è valso corrergli dietro a piedi. Tornati dal tentato inseguimento, scopriamo che la panchina era ancora assediata da tre giovanissime, così...

L'uomo senza scarpe

Immagine
La Liguria è un crogiolo di casi umani. Per questo mi ci sento a casa: ho sempre preferito quelli, ai casi disumani. L'altra sera, con amici montatesi, sul lungo mare, abbiamo notato, sotto la panchina di fronte alla "nostra", un paio di scarpe da uomo, un trolley e uno sdraio pieghevole. Subito non ci siamo soffermati sulla questione, limitandoci a trovarla strana. Il giorno dopo, andando in spiaggia, ci accorgiamo che la roba era ancora lì: abbandonata al suo posto. La cosa cominciava a puzzare, ma abbiamo escluso le scarpe. La sera stessa, trepidanti, abbiamo raggiunto nuovamente il luogo e... la situazione era rimasta invariata. Ed è qui che è partito il delirio collettivo: tutti concordavamo sul fatto che si fosse consumato un misfatto. E a noi stava risolvere il caso dell'uomo senza scarpe. Abbiamo preso dunque a tessere teorie d'ogni sorta sulla sorte del tale. Quali: 1) il tizio, già in procinto di tornare a casa dopo la fine della villeggiatur...

Non oggi

Immagine
Ieri Viola ed io abbiamo terminato l'ultimo capitolo della pentalogia Final destination. Il format è sempre lo stesso: un piccolo gruppo di persone scampa un disastro di ampie proporzioni grazie alla premonizione del protagonista di turno, salvo poi cominciare a morire comunque nell'ordine esatto in cui avrebbero dovuto, se fossero rimaste vittime dell'incidente. Il messaggio è forte e chiaro: si può giocare a nascondino con la Morte per un po' di tempo, ma un bel gioco dura poco e, per quanti supplementari vengano concessi, prima o poi, giunge per tutti il fischio finale. Sempre ieri, ma prima, mi trovavo con mia madre in auto, lungo il tragitto Verduno/Montà. Non eravamo partite da molto quando ho cominciato ad avvertire puzza di benzina nell'abitacolo. Ovviamente ho pensato: "Che buon odore!", e anche: "Sarà quello davanti...". Ma quando quello davanti ha cambiato direzione, la puzza non lo ha seguito per rimanere con noi. Allora h...

Un anno fa

Immagine
Mi manca il cielo del deserto di Wadley, Messico. Mi manca la straordinaria immensità con cui, greve di nuvole, incombe sulle cose del mondo. Imminente al punto che sembra così semplice, anche per un bambino, allungare una mano, afferrarne un frammento e metterlo in tasca. Mi mancano le nuvole che giocano col sole a tutte le ore, tra albe e tramonti sgargianti, regalando, di tanto in tanto, impressioni di mare, più che di cielo. Impressioni che si fanno più realistiche di notte, quando il vento scuote i bassi arbusti e invita alla danza la sabbia del deserto, imitando lo sciabordio delle onde. Mi manca la vegetazione schiacciata al suolo e costretta ad armarsi di foglie puntute per difendersi da un cielo che minaccia di caderle addosso ad ogni istante. Mi manca l'incapacità del mio sguardo nel contenere la grandezza di una terra che è tante terre. Mi mancano i colori della Sierra che virano di sfumatura in sfumatura ad ogni cambio di passo d'un cielo sempre solcato ...

La Vita è la Vita

Immagine
Seppur con scarsa costanza, prosegue il mio percorso nei meandri della meditazione. Nella pratica di questa mattina, l'intenzione da esprimere e ripetere era questa: "Io mi fido della Vita". E, come al solito, la frase ha continuato a stimolare quei 4 neuroni sani che mi restano, anche dopo la fine dell'esercizio. Al punto tale da farmi sorgere il seguente, profondo, legittimo dubbio: che cos'è questa Vita di cui dovrei fidarmi? Se proprio devo farlo, ho bisogno di capire di che si tratta. Allora... secondo me... la Vita è quell'esperienza che alcuni descrivono come "dono",  altri come "maledizione". Per i più, sono valevoli entrambe le opzioni, a seconda dei giorni. È un ramo prezioso di teneri tesori al tempo della rinascita, così come la capacità di lasciar cadere pezzi di sé nella quiete autunnale. Perché la Vita è Morte e la Morte è Vita. La Vita è condivisione, confronto, collaborazione quando cerchi solitudine e solitudin...

Abbastanza

Immagine
"Io sono abbastanza". Questa era l'intenzione da ripetere all'interno della meditazione di questa mattina. Sì, perché se Di-ops-io vuole, è la volta buona che mi son decisa ad intraprendere il difficile cammino della pratica meditativa, con una leggera differita rispetto al mio primo incontro con lo yoga, ormai tre anni fa (e più) or sono. L'esercizio, per principianti, non è durato molto più di 5 minuti, ma una volta terminato, la frase incriminata ha continuato a ronzarmi in testa. A seguire, l'elenco, non completo, delle conclusioni (per oggi) cui sono giunta... Io sono abbastanza alta, magra e carina (...) pur risultando abbastanza sgraziata e goffa nei movimenti, imbarazzante e disarmonica nelle espressioni facciali, androgina nella forma corporea e pelosa nelle glauche membra. Sono abbastanza attenta ad uno stile alimentare corretto ed equilibrato, tranne quando mi distrug-ops-distraggo, e cercherò di esserlo fintanto che sarò abbastanza ...

Viva la Vida, muera la muerte

Immagine
A volte la vita è terribile. Ad esempio quando va avanti come nulla fosse cambiato, pur essendo cambiato tutto. Quando il sole sorge imponendosi sul brillio delle stelle, i fiori splendono danzando al vento, gli abitanti della Terra cinguettano, friniscono, miagolano, ronzano, pungono, piangono, ridono, fanno la spesa, parlano del più e del meno. Sì, lo so che la Vita vive della morte dei suoi figli. Deve: si alimenta di innumerevoli, incessanti fini, per celebrare se stessa con nuovi, straordinari inizi. So anche che nulla si crea, nulla si distrugge, tutto si trasforma. E, per mia convinzione personale, sono sicura che, in fondo, sei solo tornata a casa. Quell'altra Casa, quella vera, cui tutti prima o poi facciamo ritorno per riunirci e riposarci dalle fatiche e sofferenze terrene. Addirittura, sento che siamo andati e venuti da questa a quella dimora chissà quante volte. E chissà quante altre dovremo, prima di aver appreso tutto ciò che dobbiamo. Eppure, oggi, quest...