La Vita è la Vita

Seppur con scarsa costanza, prosegue il mio percorso nei meandri della meditazione. Nella pratica di questa mattina, l'intenzione da esprimere e ripetere era questa: "Io mi fido della Vita". E, come al solito, la frase ha continuato a stimolare quei 4 neuroni sani che mi restano, anche dopo la fine dell'esercizio. Al punto tale da farmi sorgere il seguente, profondo, legittimo dubbio: che cos'è questa Vita di cui dovrei fidarmi? Se proprio devo farlo, ho bisogno di capire di che si tratta. Allora... secondo me... la Vita è quell'esperienza che alcuni descrivono come "dono",  altri come "maledizione". Per i più, sono valevoli entrambe le opzioni, a seconda dei giorni. È un ramo prezioso di teneri tesori al tempo della rinascita, così come la capacità di lasciar cadere pezzi di sé nella quiete autunnale. Perché la Vita è Morte e la Morte è Vita. La Vita è condivisione, confronto, collaborazione quando cerchi solitudine e solitudine quando avresti bisogno di collaborazione, confronto, condivisione. È ridere e piangere, consolare ed essere consolati, divertirsi e lavorare. Andare in pensione, invece, no. Ma invidiare chi sta per raggiungerla si. La Vita è un viaggio durante il quale è importante imparare a capire quando è il caso di stare fermi (tipo a 40° di umidità percepita, come in questi giorni), e quand'è tempo di muoversi (ah ritardatari, questa è per voi). La Vita è il gioco delle parti in cui si muore per amore e per amore si uccide. Un po' come per odio. È sognare. Di dormire, per esempio. O che sia già settembre. Sempre per dormire. È un film, come "La vita è bella" o, addirittura, nel '46, per la serie "si stava meglio quando si stava peggio", "La vita è meravigliosa". Ma è anche una canzone: "La vita è quella che accade mentre sei intento a fare piani", o "La Vita è adesso" (si, lo so che è di Baglioni. Ma è bella). La Vita è la favola letta sera dopo sera a tua figlia che, un giorno, voltata l'ultima pagina e alzato lo sguardo, ritrovi adolescente. E che, di "storie", s'intende più di te. La Vita è costruirsi certezze che un bel dì andranno demolite (tranne quella che non raggiungeremo la pensione), perché si sarà compresa l'importanza del dubbio (tipo: alla cassa o sotto cassa?). È rincorrere illusioni che, una volta raggiunte e viste da vicino riconosceremo per quel che sono: delusioni. La Vita è un gatto, un tronchetto della felicità, il tavolo + la sedia, la strada, le nuvole, una pietra, il sole che da l'ultimo saluto, semi celato dalla montagna, la luna che stilla luce sul mare. È il coraggio di avere paura e, più spesso, la paura di avere coraggio. La Vita è imparare a sbagliare. E sbagliare per imparare, tipo a sbagliare di più e meglio: finché sarà necessario. La vita è chiedersi chi sei, checché ne dicano gli altri, te stessa compresa. Già sapendo che quel che conta non è la risposta, bensì la domanda. Peccato, oggi, vada di moda lo slogan "Sii ciò che vuoi". Infatti siamo circondati di persone che credono fortemente di desiderare questo&quello, prima ancora d'aver capito chi sono. Ma come si fa ad esser certi di ciò che si vuole, se non ci si conosce? Non che voglia arrogarmi il diritto di affermare di saper "chi sono mai?". Figuriamoci... Io so mai cosa voglio, nemmeno in pizzeria. La Vita è, appunto, decidere nell'incertezza del risultato della scelta ("Digerirò la pizza ai peperoni? Con la cipolla?") perché la sola cosa certa è che non ci sono certezze. E che decidere, si deve comunque. Quindi, se siamo tutti d'accordo, io partirei col decidere di gioire, rendere grazie e fidarmi del fatto che "È ciò che è, e ciò che è non può non essere". Ogni mattina. Qualunque cosa accada, seppur brutta. Andando oltre ai concetti di giusto/sbagliato, buono/cattivo, bello/brutto, Vita/Morte... Così.. giusto (o sbagliato che sia) per non impazzire. Fatelo anche voi, fidatevi! Non di me, eh... della Vita.
P.s. Comprate il libro così la smetto di scassare! 

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