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Impercettibile

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Perché non vieni a prendermi come facevi una vita fa? Un sabato sì ed uno no, uscendo dal portone, ti trovavo lì, contro il muro antistante la scuola, fermo ad aspettarmi. Certo, ora sono grande, anzi vecchia, il liceo è finito da un pezzo (a breve dovrò iscriverci Viola), ma io ho ancora bisogno di te. Che, quando ne combinavo una delle mie, tipo rimodellare l'aspetto della Lancia Y a suon di "na botta deqquà, una dellà" , dicevi: "Sta tranquila... Rangiuma tut!". Perché sai? Son piena di cose da aggiustare, a partire da me. Solo, credo, prima dovresti aiutarmi a raccogliere i cocci. Son sempre stata fragile. E la vita, raramente maneggia con cura i suoi figli. Ma negli ultimi tre anni il ritmo del mio sgretolamento ha aumentato i battiti. Potrei consolarmi nella speranza che gli spigoli di "ciò che resto" siano taglienti al punto da scoraggiare chiunque si avvicini. Ma non mi consola nemmeno più stare sola: da quando ci sguazzo, nel mio isolamento an...

Let it snow

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Come non apprezzare il cielo plumbeo-uniforme che incombe sulle nostre teste, quando tutto il resto del mondo è sepolto da una candida coltre di acqua ghiacciata in cristalli? Come non amare la sensazione monocromatica di soffocamento/claustrofobia che ti assale quando la mattina ti affacci alla finestra e constati che: "finalmente, cazzo, nevica!"? Già... Come? Ve lo dico io: non si può, a meno di non essere in età scolare e poter tornare a letto perché: "la scuola è chiusahahahah!". Figurarsi che a me, eccezion fatta per il discorso scuole+chiuse, la neve piaceva poco già da bambina. Sì, perché stare al freddo di allora con indumenti tecnici anni '80 che non possedevo era una tortura per liberarmi dalla quale ero costretta, volente o nolente, a muovermi, mani e piedi dolenti, in una lotta all'ultimo sangue contro il congelamento dello stesso nelle vene. Il che conduce ad una sola, possibile conclusione: riscaldarsi&sudare al freddo. Non con...

La vita è una scala

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Nel video di yoga di 'sta mattina, l' insegnante invita a ripetere più volte, mentalmente, la seguente intenzione: "tutto ciò di cui necessito è già dentro di me". Ebbene, io ci ho provato. Dopo la lezione mi sono immaginata di discendere un'ipotetica scala (diroccata e pericolante) che avrebbe dovuto condurmi nei meandri di ciò che chiamo "me". In effetti qualcosa c'era: 1) ODIO declinato in tutte le sue forme, quali rancore, astio, livore, acredine, risentimento; 2) RABBIA e derivati, come ira, stizza, collera, bile; 3) TRISTEZZA in tutte le sue varianti, ossia amarezza, delusione, pesantezza, disperazione, depressione. I casi sono 3: o, per ciò di cui ho bisogno, c'era un ascensore che non ho visto, o devo cercare con maggiore attenzione, oppure ho veramente bisogno di siffatte, brutte cose. Bypassando il discorso ascensore, che, per restare in tema, odio, ho pensato di cercare più a fondo. Così ho continuato la discesa della scala...

Mi son rotta

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Sono rotta,  un rottame, la più rotta del reame,  giuro: chiedi al vecchio specchio  delle mie brame, infame!  Se non scrocchio,  o cigolo o intercetto lo spigolo del tavolo col mignolo,  maledetto! Ho il malocchio? Non so, però  male all'occhio,  quello ce l'ho...  No, ora no...  Anzi si, che se ci penso torna, e intenso, che tormento! Poi la schiena (c'è qualcuno che mi mena nottetempo?)  Da uno a cento faccio pena  cinquecento,  sacramento! Si, l'Estrema Unzione, no? Che di anni me ne sento centoventi,  deambulo un po' a stento,  assecondo i miei malanni (uno nuovo  al secondo).  Tipo quello all'orecchio,  se mi muovo  quello dietro al ginocchio.  Io abbondo: tra i mali non mi manca manco l'anca,  sono stanca: c'è il gomito,  c'è la spalla,  l'indomito polso destro che traballa,  ma non molla con 'sta foga dello yoga...  È che sfoga,  è salutar...

Vigile resa

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Non mollo il controllo,  che faccio?  Mi ammazzo o mi uccido? Che dici?  Mi affido alla vita?  Ci penso...  Da buona esaurita scompenso: mi sembra  che tutto sia privo di senso,  non vero.  E sclero.  Chi dice: "la vita è  una lotta!"  si fotta,  ché non mi s'addice.  Io credo,  la vita,  si celi nel lento respiro che esplora gli spazi di vuoti  silenti.  Rallenta...  Silenzio...  Rimane in attesa.  Ché non fa rumore la resa,  a stento si sente  quel suono d'attento abbandono.  P.s. Comprate il libro così la smetto di scassare! 

Dio gioca a dadi

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L'altro giorno guardavo un video di divulgazione matematica intitolato "Come funziona la probabilità?" . La preparitissima autrice del suddetto spiegava, servendosi del pratico esempio dei lanci del dado, che ogni lancio è indipendente dai precedenti, per cui ogni volta, ogni numero, ha la stessa probabilità di uscire rispetto agli altri. Tuttavia, se vi chiedessi quale numero avrà più probabilità di uscire dopo 6.000 lanci in cui il 6 non si è fatto vedere neanche una volta, voi probabilmente sareste portati a pensare che la seimilaunesima volta  dovrà per forza capitare il 6. Invece, come detto, esso ha esattamente le stesse probabilità di uscire degli altri, ossia una su sei. Dunque sembrerebbe impossibile fare previsioni sul singolo lancio. Eppure esiste una legge matematica "nascosta" detta "Distribuzione" che sembrerebbe dire ai dadi: "Fate un po' cosa volete, ma alla fine di tot lanci il 2 e il 6 dovranno essere usciti + o - lo stesso n...

Mali di stagione

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La tosse mi scuote  feroce,  mi svuota di forze,  m'arroca la voce.  Se non fò attenzione tossisco un polmone, espello  dal naso il cervello,  se soffio ancora.  Che bello...  Ma cola! Intanto  solletico  in gola,  torace graffiato,  a seguire: naso  tappato. Bestemmio per venti,  mi faccio i fumenti, 'chè se non respiro  mi tocca dormire seduta; 'na volta son pure  caduta,  che idiota! Comunque,  non fosse per questo mi piace la tosse,  eccome: scolpisce l'addome e poi, stando  al testo,  acuisce  l'acume,  un tale marciume,  rispetto alla media.  Tant'è che si dice: “Essere una marcia in più“... no?  O era "avere"? Bho!  P.s. Comprate il libro così la smetto di scassare!