Mi son rotta
Sono rotta,
un rottame,
la più rotta
del reame,
giuro: chiedi al
vecchio specchio
delle mie
brame, infame!
Se non scrocchio,
o cigolo
o intercetto
lo spigolo
del tavolo
col mignolo,
maledetto!
Ho il malocchio?
Non so, però
male all'occhio,
quello ce l'ho...
No, ora no...
Anzi si, che
se ci penso
torna, e intenso,
che tormento!
Poi la schiena
(c'è qualcuno
che mi mena
nottetempo?)
Da uno a cento
faccio pena
cinquecento,
sacramento!
Si, l'Estrema
Unzione, no?
Che di anni
me ne sento
centoventi,
deambulo
un po' a stento,
assecondo
i miei malanni
(uno nuovo
al secondo).
Tipo quello
all'orecchio,
se mi muovo
quello dietro
al ginocchio.
Io abbondo:
tra i mali
non mi manca
manco l'anca,
sono stanca:
c'è il gomito,
c'è la spalla,
l'indomito
polso destro
che traballa,
ma non molla
con 'sta foga
dello yoga...
È che sfoga,
è salutare,
sempre meglio
della droga,
mi fa bene
quando non mi
faccio male,
cioè spesso.
Ma lo faccio,
si, lo stesso,
che animale!
E mi stresso
ancor di più...
Ok: medito...
Me di to me
di to me dio🖕.
C'è rimedio
che guarisca
questo tedio?
Che mi riesca ad
illudere
che ancora son
Casetta e non
un rudere?
P.s. Comprate il libro così la smetto di scassare!
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