Vai forte

È una delle mie preferite quella foto in cui ti si intravede appena. Ricordo perfettamente il momento che ritrae, nonostante, come sai, io tenda a dimenticare tutto. O forse non lo sai. A dirla tutta temo che siano molte di più le cose che non sappiano l'una dell'altro. In fondo siamo (eri) sempre stati entrambi di poche parole, soprattutto in famiglia. La foto immortala Viola a due anni circa che, incoscientemente lasciata in piedi, dietro, tra i due sedili anteriori della tua auto, ti sprona come era suo solito: "Nonno vai forte!". Ricordi? A ben pensarci le donne della tua vita ti hanno sempre rotto le palle quando eri al volante. Mamma per esempio era tutto un: "Va piaaaaan!". A me, che odiavo guidare già ai tempi, bastava invece che mi portassi, quindi mi limitato ad un: "Andiamo!"
Ad oggi Viola si è fatta più paurosa come è normale che sia, crescendo. E sono sicura che anche lei, come sua nonna, ti intimerebbe di andare piano. Adesso soffre persino di vertigini, mentre da piccola sognava le mongolfiere. Ma tu sai tutto no? O forse sai niente perché sei più niente? Sarà vero che in ognuno di noi esiste una parte che si fa beffe della morte e le sopravvive in qualche altrove? O siamo solo corpi destinati a confondersi nella polvere? Chissà. So solo che nessuna delle due opzioni è davvero di consolazione: alla fine, in pratica, per noi che restiamo, cambia niente. Non ti si vede, non ti si sente, non ti si tocca e qualcuno, come Viola, già ha cominciato a dimenticarsi di te, dei tuoi particolari: il modo in cui tenevi la sigaretta in mano, il sorriso, la voce, l'"andi" nel camminare, il modo particolare di tenerti le mani diero la schiena, la forma dei tuoi piedi. Certamente, sperare che da qualche parte persista qualcosa di te che ci guarda, a tratti aiuta. Per lo meno, possiamo credere che almeno tu sai tutto di noi. Quindi sai anche che, se bastasse guidare fino in capo al mondo per ritrovarti, guiderei. Pur detestando farlo ed avendone paura. E dovrei andare forte, perché "chi va forte va alla morte" ed e lì che sei tu. Ma non posso imbarcarmi in un viaggio senza ritorno. Non ancora. E poi ho sempre preferito il "chi va piano va sano e lontano". Anche se non c'è alcun "lontano" ove ritrovarti. Per questo ti richiedo il favore che ti ho già chiesto più volte. Qualora un barlume di te persista chissà dove, allora significa che questa parte, che potrei chiamare anima, è piuttosto forte, tenace e capace. Ebbene, possibile che non possa battere un colpo di tanto in tanto, per farci capire che ci sei ancora, in qualche modo? Lanciare un segnale, lasciare un segno, anche piccolo: non c'è bisogno di gesti eclatanti. Chessò, un segnale di fumo, per esempio, tabagista com'eri. Così, solo per rassicurarci in merito alla speranza che, in fondo, sei solo partito prima e, come voleva la Viola che ti ha conosciuto, sei andato davvero forte. Però ci stai aspettando da qualche parte. E nel frattempo ci guardi.
P.s. 1 Auguri Pà.
P.s. 2 Comprate il TERZO libro così mi consolo per il secondo!

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