M'illudo d'immenso
Nella vita faccio la delusa. Non solo: faccio anche la mamma, la bidella, la collega, la casalinga, la poetessa, la figlia, la scrittrice, la (pessima) cuoca e, di tanto in tanto, la bambina. Perché faccio ancora i capricci anche io, come tutti voi, del resto. Mi rendo conto che, nel mio essere costantemente delusa, sono del tutto banale e pure un po' patetica: chi, da giovanissimo, non si è sentito speciale e, di conseguenza destinato a grandi cose? Provate a tornare con la mente a quando vi sentivate invincibili, padroni del mondo e misura di ogni cosa, e ricorderete anche la sensazione di cui parlo. Ebbene è capitato anche a me. Senonché, gli anni a venire mi hanno smentita, e non poco. Altro che "speciale"... alla faccia delle "grandi cose"... A meno che, per "speciale" non si intenda l'eufemismo con cui la gente mi si rivolge quando non ha abbastanza faccia tosta o confidenza per chiamarmi con i più realistici "particolare", "strana" o "pazza". E che per "grandi cose" non ci si riferisca a tutta una serie di inenarrabili grandi cazzate da me compiute, superabili solo da quelle che ancor devo combinare. Eppure, nonostante "speciale" a modo mio lo sia davvero (ho in effetti scoperto di soffrire di un lieve disturbo della personalità non specifico, associato ad un disturbo della sfera affettiva) e pur potendo vantare grandi imprese del cazzo, mi sento delusa. Nell'intento di indagarne i motivi sono tentata di dare la colpa al mondo tutto ed ai suoi abitanti, voi compresi. Ma questo significherebbe: 1) darvi un'importanza che non meritate; 2) non assumermi responsabilità mie, e mie soltanto: in fondo mea culpa se non vi ho ancora eliminati... no, non dalla faccia della terra. Basterebbe dalla mia vita, ma grazie dell'idea. Insomma: perché nuoto a fatica in un mare di delusioni? Se è vero che ogni delusione nasce da un'illusione, allora dovrei esserne esente: mi percepisco come persona cinica e disincantata. Ma forse questa è un'impressione solo mia: mi illudo di non essere un'illusa ma, al contrario, sono la regina dei sognatori. D'altronde so di possedere una natura fortemente contraddittoria, oltre che disturbata: riconosco tratti di spiccato cinismo in superficie così come scorgo, in profondità, schegge impazzite d'ingenuità. Probabilmente sono la più idealista sulla faccia della terra, ma mi nascondo dietro un muro di disincanto, senza rendermene conto. In altre parole, la mia delusione cronica è dovuta al fatto che l'animo sognatore di poetessa che mi abita, ha dovuto fare i conti con la vita crudele che mi ha imposto, di contro, la visione di un mondo in cui non esiste nulla di buono e degno. A parte i gatti, il mare, le nuvole, gli alberi, i fiori, la risata argentina dei bambini e i bambini stessi. Sembra incredibile debbano crescere anche loro per andare ad ingrassare la schiera di coloro che chiamiamo gente, diventando, così, dispensatori di delusioni a loro volta. Ma di cos'è che mi illudo esattamente? Semplicemente che esistano ancora speranze. Speranza: attività che credevo di aver abbandonato da anni. Ma probabilmente, segretamente (e contrariamente ad ogni mia aspettativa: mi percepisco più proprensa alla disperazione) continuo a nutrirne, mentre crepo di fame io stessa. D'altronde essa è sempre l'ultima a morire. E a proposito di proverbi... Sapete cosa si dice di chi vive sperando, no? Però si dice anche che ciò che non uccide fortifica. Ebbene ho subìto delusioni che mi hanno quasi ucciso, ma sono ancora qui. Più forte o no, non lo so. So solo che, per fortuna, ci si stanca pure di rimanerci male. Ed io, di sicuro, rimasta ci son rimasta.
P.s. Comprate il TERZO libro così mi consolo per il secondo!
E io ti amo
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