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Idiocracy

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Sarà vero che il livello del Q.I. delle persone è in caduta libera? È possibile che, nonostante la tecnologia sia sempre più smart, noi siamo sempre più stupidi? Si. Secondo un recente studio condotto in Norvegia da Brent Bratsberg ed Ole Rogeberg del Centro Studi Economici, dal 1975 si sarebbe invertito l'"effetto Flynn", che prevedeva una crescita della nostra intelligenza stimata intorno allo 0,3% annuo, per cui da allora sarebbe cominciata una progressione contraria tale per cui, ad oggi, ci troveremmo con 7 punti in meno rispetto a mezzo secolo fa. Ok. Ma perché? Una delle teorie, per altro illustrata anche nell' esilarante film che da il titolo a questo mio post, sostiene che la colpa di tale inversione di tendenza sarebbe da imputarsi al fatto che, mentre le persone maggiormente intelligenti figliano poco o non figliano affatto, gli stupidi, invece, si riproducono a spron battuto. Questo significherebbe che, nel giro di qualche centinaio di anni, il...

Era mio padre

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Mio padre ha sempre amato dormire. Non si levava certo al canto del gallo e nonostante ciò, dopo pranzo, aveva proprio bisogno di un pisolino. Pisolino per il quale doveva accontentarsi del divano, dal momento che mia madre mai gli avrebbe concesso il letto rifatto. Va detto che il divano non doveva necessariamente essere il nostro: andavano bene anche quelli dei parenti presso cui trascorrevano le feste comandate o quelli dei parenti che vivono lontani, dai quali si recava per consegnare l'olio. Come i bambini: mangiava e dormiva. E per non smentirsi, anche nel suo letto di morte sembrava dormire. D'altronde tra i tanti appellativi della morte vi è pure "sonno eterno": sarai dunque contento di sonnecchiare, finalmente, senza mamma che ti sbranda ad una certa ora. Invece a noi manca la tua sagoma distesa su quel divano troppo corto che ti faceva sembrare un gigante. Un gigante buono. Mio padre, anche da sveglio, ha sempre parlato poco in famiglia. Ma come ...

La festa di Montà

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Sia chiaro: parlo per me, ma la Festa di Montà, quando finisce, lascia dietro di sé una scia di malinconia che ha nulla da invidiare alle scie delle pisciate degli ubriachi che si possono trovare, tutte in fila, nei pressi del muraglione di cinta del castello in questi giorni. È una malinconia che sfocia praticamente in un mare di tristezza. Sarà che la fine della Festa decreta un po' la fine della bella stagione, un'ultima fiammata d'estate quando le giornate si sono fatte già visibilmente più corte. Passare per piazza San Michele andando a lavorare il primo lunedì dopo la chiusura delle "danze", ha sempre un qualcosa di desolante: piazza vuota; musica spenta; plance accatastate le une sulle altre in attesa di essere riposte chissà dove fino a chissà quando; gazebo chiusi riuniti vicino ai tavoli del salotto, chiuso anch'esso; palcoscenico svuotato di tutta l'attrezzatura tecnica; spillatori non ancora smontati ma, ahimè, già privi di fusti; c...

Cresci

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Sono sul letto. La serranda è socchiusa quel tanto che basta per permettermi di vedere. Fuori c'è il solito casino: schiamazzi di gente che litiga, utensili da lavoro che si lamentano ripetitivi e fastidiosi, echi di traffico senza sosta dall'Aurelia, TV e radio gracchianti dagli appartamenti dei vicini. Insomma: tutto come sempre. Sempre se escludiamo il fatto che tu non ci sei. Lo sapevo che prima o poi sarebbe successo, ma non pensavo così presto. O forse, semplicemente, non si è mai preparati. Un po' come con la vecchiaia: sai che capiterà anche a te, ma quando succede davvero ti lascia prima sorpreso, poi frustrato. Vedrai, vedrai... Che poi, a ben pensarci, anche con te è questione d'età. Solo che tu non stai ancora invecchiando. O meglio: tecnicamente sì, ma nel tuo caso si parla ancora di crescere. Perché è indubbio: sei cresciuta. E pare che io non stia accettando l'idea, per quanto, più che un'idea, sia un fatto. E pure banale e scontato. E...

Decadimenti

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Anni ed anni di lavoro a contatto con la vecchiaia e niente: ancora non mi ci sono rassegnata. In questi giorni ho scoperto un ulteriore inestetismo, frutto, appunto, della mia vecchiezza, a causa del quale diminuiscono le zone di corpo che posso scoprire mantenendo un minimo di decoro e, va da sé, aumentano quelle su cui è necessario stendere veli pietosi sotto forma di indumenti più coprenti. Pensar che sembra ieri che scoprii la mia prima ruga: quella sulla fronte, tra gli occhi. Ero in quel di Lisbona, di fronte allo specchio dei bagni di un campeggio e l'abbronzatura metteva ancor più in rilievo la presenza della maledettissima. Tant'è che la mia ormai ex amica me la fece notare con un sorriso beffardo spalmato sul viso. Sempre scelto belle amicizie io. Un po' come gli uomini... Comunque, all' epoca avevo 28 anni e, a ben pensarci, probabilmente quella ruga era già lì da mo'. Perché la vecchiaia inizia prima. Molto prima. La mia è iniziata a circa 1...

Musica maestra

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A me piace la musica quando è fuga e ritorno: quando la melodia ti conduce lontano e le parole ti riportano dentro di te, in visita a luoghi che non sapevi di avere, di fronte a verità che non sapevi di sapere. Al punto che ti viene dal cuore di esclamare: "Ma questa canzone è stata scritta per me!" A me piace la musica perché ti salva, ti esalta quando stai bene e ti aiuta a soffrire di più e meglio quando hai proprio bisogno di farlo. Perché tutti, per quanto sembri assurdo ed incredibile, necessitiamo di soffrire di tanto in tanto. Per fortuna la musica è anche cura. A me piace la musica che diventa colonna sonora degli spezzoni di vita migliori, quella da ballare ad occhi chiusi, da cantare a squarciagola, quella che ti porta in bei posti ad ascoltare un'orchestra in concerto. A me piace la musica perché è libertà e redenzione, gioia e dolore, storia e fantasia, amore e paura, immortalità e passione. Mi piace perché è un linguaggio universale che attravers...

Scemo più scemo

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Mi piacerebbe essere un'altra persona. È uno dei primi miei pensieri. Probabilmente perché ho sempre avvertito che nella mia diversità c'era qualcosa di strano; che qualcosa in me non andava. All'asilo, osservando le altre bambine intente nelle loro occupazioni, non riuscivo a capire, per quanto mi sforzassi, come potessero divertirsi giocando "alle mamme" o "alle maestre". D'altronde io preferivo scorrazzare con i maschi. Il problema è che, non essendo un maschio pur avendone l'aspetto, spesso venivo da questi esclusa o discriminata. Tutte queste cose, insieme, hanno contribuito a far sì che mi sentissi sempre più sbagliata ed inadeguata. E va da sé che la mia autostima ne è rimasta compromessa al punto da non spingersi mai oltre livelli subacquei. Tuttavia, purtroppo o per fortuna, il mondo è tanto pieno di coglioni che, alla fine, la stima in me stessa ha preso a risollevare la testa. E non sarebbe un male se, in maniera inversamen...