(De)pressione alta
La depressione depriva di tutto, come la più silenziosa delle ladre. A poco a poco, non vista, fa man bassa di risate e sorrisi, si appropria indebitamente di desideri e volontà, intasca la capacità di stare al mondo, ruba allo sguardo i colori che rendono gradevole il mondo e, al palato, il gusto della vita. In compenso, però, lascia lacrime a fiumi e un solo, inconfessabile, vergognoso pensiero fisso: morire. Ma senza il coraggio di farlo con le proprie mani. Così ci si trascina da un minuto all'altro con il peso di sé stessi e del mondo tutto addosso, lungo giornate vuote di senso, eccezion fatta per il senso di colpa derivante dalla propria condizione. Perché, in fondo: "Che cazzo c'è che non va? Hai tutto!". Ebbene, io non vado. Non vado bene affatto. Perché c'è qualcosa che mi lacera, una bestia feroce tutta zanne ed artigli che mi dilania, mi mastica, mi consuma come fossi io un pasto succulento. Certo che vedo le brutture del mondo! Certo che s