Supereroi

Secondo me siamo tutti eroi. Invisibili, certo, rispetto a quelli dei fumetti e dei film holliwoodiani nei loro sgargianti e scenografici costumi che ne esaltano le silhouettes perfette. Sicuramente meno apprezzabili nelle divise che tanti di noi devono indossare quotidianamente nelle rispettive mansioni. Infatti quelli dei film sono i supereroi, noi invece siamo quelli di tutti i giorni, gli eroi del quotidiano. Noi con le sveglie eternamente puntate alle 06:00 del mattino che prima di recarci a lavoro abbiamo già vissuto una quasi-giornata. Noi che, nonostante la sveglia prima dell'alba, voliamo durante il tragitto casa-lavoro, perché sempre a rischio ritardo. Noi che, una volta raggiunto il posto di lavoro, tiriamo un sospiro di sollievo per aver bollato in tempo, se è una giornata sì, se no pensiamo: "Ma che cazzo ci faccio di nuovo qui?". Siamo gli eroi di tutti i giorni, i cui occhi e le cui orecchie, che sarebbero state pensate per godere dei prodigi della natura e dell'uomo, vengono invece violentate da orde di orrori, atrocità ed ingiustizie. Siamo gli eroi che, se anche bloccati nel traffico, rimandiamo al giorno dopo  il "giorno di ordinaria follia". E poi al giorno dopo ancora e così per sempre, evitando stragi. Siamo gli eroi che non terminano la vita di chi se lo meriterebbe, (ossia, in media, più della metà dei contatti di ciascuno) anche se forse lo saremmo di più, eroi, terminandoli in effetti, e facendo un favore al mondo tutto oltre che a noi stessi. Perché ce lo meritiamo: siamo o non siamo eroi? Sì, lo siamo perché dopo tutto ci droghiamo ancor poco, pochissimo, se consideriamo che dobbiamo: 1) periodicamente (ma con scarsi risultati) accedere con Spid al sito dell'INPS; 2) litigare spesso volentieri con intelligenze artificiali per risolvere qualunque problema reale che ci capita in mezzo ai coglioni, tipo entrare sul sito dell'INPS; 3) di tanto in tanto essere costretti a cambiare telefono cellulare e perdere una settimana buona affinché quello nuovo sia funzionale almeno quanto il precedente, oltre che i numeri di mezza rubrica; 4) schivare in auto i postini che invadono contro senso la tua corsia di marcia perché serve a loro, ovvio; 5) sopportare l'adolescenza della prole (oltre la prole stessa) pur non avendo ancora evaso le pratiche della propria; 6) fare la spesa; 7) intrat-tenere relazioni sociali che andrebbero lasciate; 8) lavorare undici mesi e mezzo l'anno, ed altre amenità simili tra cui invecchiare (che per bene che avvenga è una storia di merda, ma sempre meglio che morire giovani) e morire. Siamo eroi perché non ci abbandoniamo al bicchiere, già di buon mattino, per dimenticare. Ad esempio io, per resistere, ripeto come un mantra che, manifestando chiari segni di demenza senile fin dalla culla, già dimentico di mio. E con me non funziona nemmeno il discorso dell'annegare i problemi nell'alcol, essendo io stessa il più grande dei miei problemi e temendo massimamente la morte per annegamento. Siamo eroi perché non ci buttiamo a terra per strada strepitando come matti perché sappiamo che l'età pensionabile va alzandosi sempre più, incurante di aver raggiunto vette già proibitive, ma noi ci sentiamo pensionati nel qui ed ora. Siamo eroi... o forse no. Forse sopportare tutto ciò non ha alcunché di eroico, anzi... Per cosa poi? La manciata di certezze collezionate che dovremmo aver capito, ormai, essere meramente illusorie? Forse sarebbe più eroico smettere di stare al gioco perché così fan tutti. È da eroi evadere con tutte le proprie forze da zone di comfort che ormai somigliano più a zone di sconfort, siamo onesti. Non lo è rimanerci con tutte le scarpe, invece. L'atto eroico è il salto nel vuoto, precursore del vero volo. L'eroe vero si diverte con la vita perché impavido come un bambino che gioca. Un vero eroe non sopporta, non controlla, non teme. Un eroe osa, goisce, arde di passione. Un eroe è colui che ha capito d'aver piena responsabilità di sé e non ha più bisogno di dare la colpa a qualcuno. Quindi io che non lo sono affatto, posso tranquillamente continuare a dare la colpa a voi.
P.s. Comprate il libro NUOVO così faccio uscire il terzo!

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