Nera... ma il cielo è sempre più blu

Ricordo quando ero affamata di vita. Erano i giorni in cui non contavano domande quali: "con chi? ", "dove?" o "a fare cosa?". L'importante era andare per le vie del mondo e fare cose. O niente, anche, a parte girar come la merda nei tubi a scoprir chi avesse la testa più grossa. Poi dev'essere successo qualcosa: ho incontrato qualcuno di cui avrei fatto volentieri a meno. Non so esattamente che anno fosse, ma so che IRA lì per me, la prima volta in cui andai a cacciarmi in quel maledetto AVVILIMENTO del terreno. Terreno così RABBIOSO da non poterne risalire la cima e da costringermi laggiù, in quella DEPRESSIONE. E così si è insinuata nella mia vita: con fare a-BILE, adescandomi suadente a FURIA di bocconi, amari di pane e FIELE. Da allora sono in ABULIA di quest'essere che dispone di me come meglio crede. Spesso me la trovo tra i piedi di prima mattina: mi fissa mentre sorseggio la prima STIZZA di caffè seduta sulla mia ACEDIA o più invedentenente sulla TRISTEZZA del cesso; lo scorgo riflesso nello specchio quando estirpo con le pinzette quel femminil peletto che abita il mio SCORA-MENTO; mi sbuccia la MELA-NCONIA e mi accompagna pure al LIVORE. Ovviamente, nel tragitto, è con me ogniqualvolta indirizzo il dito TEDIO ai gentil passanti che lo meritano. Per questo, nei fine settimana, molte volte, mi do all'alcol, per quanto vorrei tanto essere ASTENIA. Perché non mi molla. E non è per amor nei miei SCONFORTI... tutt'altro: per lei altro non sono che la bestia al B-ASTIO di cui detiene l' AC-REDINE. Ed è un MAGO-NE nel condurmi dove vuole. Sarei FURIOSA di capire perché... Sono persuasa che nemmeno fuggire servirebbe: mi raggiungerebbe ovunque, in qualunque FRU-ST(R)AZIONE in cui cercassi il mio treno. Vi assicuro che vorrei mettere il DISAP-PUNTO a questa storia. Infatti ho provato più volte a cacciarla e, per certi periodi, riesco persino a liberarmene, ma poi torna RANCOR-E ancora. Ci son volte in cui mi assilla per FUR-ORE ed ore, che spesso diventano giorni o settimane. È una malattia, un veleno, è odiosa e gode di tutta la mia APATIA. La DE-SOLA-ZIONE possibile, in siffatti casi, è aspettare passi oltre e ricercare la compagnia di qualcuno che ancor mi COLLERA, ammesso ci sia: in quei momenti è arduo sopportarmi, pure per me, perché finisco di SCONFORTARMI male anche con chi non ne può nulla. Non potendo liberarmene, ho provato ad invitarla al gioco. A nascondino, per esempio. Ma mi scova sempre. O a gira gIRACONDIA, nella speranza caschi. Ma a nulla valgono i miei sforzi: che caschi da un lato o dall'altro, poco cambia ... RABBIA o DEPRESSIONE: due facce (di merda) della stessa medaglia.
P.s. Comprate il libro NUOVO così la smetto di scassare! 

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