Nuvole passeggere

Io voglio stare bene. Ad ogni costo. Perché l'ho deciso, dopo essere stata aiutata a ritrovare me stessa. O, almeno, questo è quel che la mente conscia si dice. Ma ho la netta sensazione, da un paio di giorni a questa parte, che, a livello inconscio, io sia intenzionata ad inventare dal nulla, ottime scuse per stare male. Oddio, non il male di prima: quel baratro personale che mi attira verso un fondo duro, freddo e vuoto. Quello, spero sia morto e sepolto da metri cubi di terra, da cui s'affaciano germogli di tenera voglia di vita. No... Un male stile rumore di fondo, fastidioso, come l'eco del Big Bang... Un "bene ma non benissimo" che distorce la melodiosa sinfonia della mia esistenza, nuova di due mesi e mezzo appena. A volte ho l'impressione che, nelle mie cellule, in ogni singolo quark che le costruisce, sia inscritta, marchiata a fuoco una sentenza del tipo: "Io sto male se sto male, e pure se sto bene" per citare uno dei miei vecchi e non famosi (seppur sensazionali) "Afuorismi". Come fossi intimamente programmata per disagi&paranoie assortiti. Insomma, mi duole autocitarmi nuovamente (son costretta, non facendolo nessun altro), ma è il caso di dirlo: "Essere un malessere, questo è il problema". Non mi è chiaro se è esso che mi cerca, se sono io, al contrario, che vado perseguendolo strenuamente per poi incazzarmi perché convinta del fatto che è lui che mi perseguita, o se, invece, ci bracchiamo vicendevolmente, incontrandoci a metà strada.
PAUSA CAUSA: 1) appuntamento presso uffici Agenzia per l'impiego;
2) bestemmie largamente motivate dalla necessità di raggiungere ulteriore ufficio agenzia gestione disagi da Naspi&simili; 3) spostamento auto (su cui questo post ha preso vita, essendo arrivata ad Alba circa un'ora prima, a proposito di disagi&paranoie, per poi essere interrotto) effettuato prima della consultazione del Santissimo Google Maps per ricollocamento in luogo più lontano dalla meta di quello in cui l'avevo lasciata in origine; 4) smadonnio più che lecito per scarpinata evitabilissima e per le due ore, inevitabilissime, mi si comunica, utili alla compilazione&firma di un sacco di carte inutili...
RIECCOMI... Allora... Sarà l'essermi sfogata così accoratamente nel nominare il nome di Dio&congiunti invano (...); sarà l'aver sostenuto il colloquio con una pazientissima ragazza che mi avrà data per pazza (anzi, me lo ha detto. Ma con un gentil eufemismo: "particolare"), soprattutto quando, alla fine delle due ore, l'ho abbracciata per via delle belle vibrazioni intercorse tra noi e l' effettivo interesse da parte sua nell'aiutarmi a diventare, da grande, scrittrice. Sarà che prima ho scritto una marea di cazzate ("Che novità!" , mi sembra di sentirvi pensare) per via di un piccolo, comprensibile, utilissimo falso allarme, o sarà questo tempo invariabilmente variabile da più d'un mese, ormai, ma... ora sto da Dio. Il quale no: non mi sta facendo il culo per la mia blasfemia conclamata e manifestata a mezza voce per le vie della città. Sa che lo rispetto più di tanti baciapile. E sa anche, perché, come me, fan di Willie Peyote, che "le preghiere non funzionano, ma le bestemmie si...". Così non dite che mi autocito e bon. Ho deciso: è merito del tempo, pazzo come me e che adoro, il quale mi ricorda di non dar troppo peso alle nuvole nere. Perché dar loro tedio quando io, dentro, so d'esser cielo?
P.s. Comprate il libro così la smetto di scassare! 

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