Mi ruga (es tu ruga)


Di recente mi son guardata allo specchio sotto la luce naturale e inclemente che filtra in pieno giorno dalla finestra della cucina. E mi sono spaventata: il mio volto pare una vecchia cartina geografica stropicciata, coi fiumi disegnati dai solchi delle rughe nei quali scorrono copiose lacrime salate che, tristemente, si gettano in laghi di macchie della pelle e abissi marini di nere occhiaie. E niente: è difficile fissare negli occhi l'immagine che porto in giro per il mondo e che, sempre meno, assomiglia all'idea che ho di me, senza distogliere lo sguardo per correre ad infilarmi un sacchetto di carta sulla testa. Perché non voglio vedermi mai più. Eppure devo, se voglio accettare questo processo naturale che tutti accompagna fin dalla nascita. È necessario, dunque, ch'io impari ad amare ogni singolo segno del tempo, per quanto si tratti di brutti segni. E se per amarla, una cosa, devi conoscerla, per conoscerla sei costretto ad osservarla. Con occhio clinico, seppur miope, ripercorrono il mio viso (che ha assunto, per l'occasione, un'espressione enigmatica) nel tentativo di leggere tra le rig ops rughe. Prendo nota di posizione e orientamento di ognuna di esse e subito vado a documentarmi. Scopro, così, che la predominanza di rughe verticali (rispetto alle sorelle orizzontali), denota una mia netta tendenza alla rabbia e al disappunto. Appunto: con le rughe che mi ritrovo dovrei sorridere, forse? In particolare, quelle frontali segnalano una forte propensione a: preoccupazione, negatività, severità verso se stessi, introversione, stress, ma anche amore per avventure ed emozioni forti. Tipo guardarsi allo specchio sotto la luce naturale e spietata che filtra in pieno giorno dalla finestra della cucina. Le rughe glabellari, che si formano in verticale nello spazio tra gli occhi, indicano predisposizione alla riflessione e al pensiero profondo, se in coppia. Se da sole, inclinazione al comando. Le mie, di cui una molto marcata, l'altra solo accennata, forse suggeriscono che sto ancora riflettendo su come prendere le redini della mia vita, che è, per altro, la sola forma di comando che dovremmo esercitare. Tutti. Troviamo, poi, le rughe nasogeniene che, dal naso scorrono verticali fino alla bocca, a denunciare la mia turpe attività di fumatrice e, soprattutto, di imbronciata. Giuro: ho provato a smettere, ma niente: il sorriso non mi dona (se volete donarmi i vostri, per Natale...). Infine, le rughe della marionetta che, dagli angoli della bocca calano verso il basso come una scure, svelano eccessivo dimagrimento, scarsa idratazione e cattive abitudini. Come, per esempio, guardarsi allo specchio sotto la luce naturale e bastarda che filtra in pieno giorno dall finestra della cucina. A 43 anni suonati male. Va bè dai... esistono anche lati positivi nell' avere un volto da cartina geografica: alla luce (naturale quanto stronza) di ciò che ho scoperto, in esso mi ritrovo perfettamente (io che so mai dove sono) . Chissà se un dì saprò amarlo al punto di considerarlo addirittura una mappa del tesoro...
P.s. Comprate il libro così la smetto di scassare! 

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