Voce del verbo gattara - part 2 -
Grat-gratta la gatta
dinnanzi la porta:
la vuole aperta.
Maliarda mi guarda:
miliardi le volte
che m'alzo a pie' scalzo
e poi non esce.
Come adesso... fa lo stesso.
Disinvolta, con un balzo,
va alla ciotola del pesce:
lo rimbalza (è un avanzo).
Pazienza, sta senza,
'ché botola... To'... rotola.
Poi si lava (ma che brava!)
e senza fretta zampetta
alla porta un'altra volta.
Grat-gratta (che matta!),
ma non cedo,
fingo, anzi:
"non ti vedo".
Ma attacca col sonoro
L' ignoro.
Vigliacca: vuol m' alzi
di nuovo per niente.
Non mi muovo,
ma insistente
è il miagolio.
Mi commuovo,
chiamo Viola,
non mi sente,
m' alzo io,
"omioddio quant'è freddo
il pavimento, termo spento".
Apro e aspetto,
come non detto...
Mi guarda, bastarda,
sta un po' lì, miagola,
poi va a fare la pipì
(ci va 300 volte al dì)
e ogni volta che scava
nella sabbia (che rabbia!)
ne butta dappertutto:
"Ho la schiava, ne approfitto
- penserà - almeno la sfrutto..."
E io, da brava, colgo e butto:
"Passerà 'sta psicosi,
o le aumento le dosi
di dro-gatta ed è fatta"
(meglio fatta che matta...).
Mi ributto sul divano libro in mano,
ma già, lei, si riporta alla porta.
Mobbasta ok?
Un bel gioco dura poco,
io trasloco, qua ti mollo,
nera palla di pelle di pollo.
Ma poi mi sali in braccio
e mi scaldi (son di ghiaccio).
E sai che faccio?
Mentre tu fai le fusa
io ti chiedo scusa,
in fondo con quel muso
sei non solo la mia Musa,
sei mio specchio
e pure parecchio.
Anche io come te
non so di cos'ho voglia
perciò resto sulla soglia
delle decisioni,
spoglia di azioni,
come ora l'albero
d'ogni sua foglia.
Che due coglioni!
P.s. Comprate il libro così la smetto di scassare!
Solo matta
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