Quando sei morto


Quando sei morto, ho scelto io la foto per il ricordino a lutto. Non è stato difficile: ho capito che era "lei" appena m'è capitata in mano. Sai? Quella che ti ritrae intento al lancio d'una boccia durante una gara delle olimpiadi tra borghi, come succedeva alla Sagra di Settembre anni fa. E con la maglietta verde dell' "odiata" Madonnina per giunta... W Borgo Nuovooo. Ho scelto io pure le parole da scrivere sul retro: quelle della poesia di Mary Elizabeth Frye che così recita: "Non restare sulla mia tomba. Non piangere.
Io non sono qui, non dormo. 
Sono mille venti che soffiano..." e continua così meravigliosamente, che vorrei averle scritte io per te. Con "per te" intendo affinché fossi tu a dirmele, con la tua voce: 
"Sono nelle tue mani, in particolare nelle dita che hai storte, come le mie.
Sono nel rotolio colorato delle bocce di plastica sul prato, quando giochi con Bubu.
Sono nel fumo delle sigarette che accendi. 
Sono nelle castagne" ginge" che non devono mai mancare nelle tue tasche, se non vuoi raffreddarti. Sono nel tuo quasi ambidestrismo, nei tuoi movimenti, gesti ed espressioni. 
Sono nel tuo amore per il sonno... "
Vero: tu adoravi dormire. E ora che tu vivi il tuo sonno eterno da quasi sette anni, io sembro quasi averlo perso, invece. Vorrà mica dire che sto smarrendo pezzi di te?
No, perché da quando dormo meno, resto di più in piedi, che, nell'usura dell'età, sempre di più somigliano ai tuoi. Quindi nelle notti insonni, in essi ti ritrovo. Chissà se anche i miei passi sapranno meglio accordarsi a quelli in cui tu camminavi... Magari in un bocciodromo ideale con la speranza a mo' di boccia nella mano destra, pronta alla bocciata della vita. Quella che, si spera, allontanerà con forza l'idea di separazione dal cuore/boccino, per sostituirla con la certezza che sei lì, altra boccia da lanciare con precisione e con la mano sinistra. D'altronde siamo o non siamo ambidestri tu ed io, papà?

P.s. Comprate il libro così la smetto di scassare! 

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