Liguria


Mi piace la Liguria. Perché c'è il mare. E l'aria di mare. Perché tutto è un po' arrugginito, come me. E poi, di notte, ci son le finestre accese, appiccicate tra la macchia sulle colline, che par d'essere in un presepe tutto l'anno. Per non parlare delle nuvole appoggiate all'orizzonte o appese al cielo, che di notte lasciano il posto alle stelle. È indescrivibile la strada che la luna, quand'è piena, disegna sull'acqua con gocce di diamante incastonate nell' argento vivo. Amo i vetrini colorati modellati dal mare e dalla sabbia: non me ne sfugge uno. E adoro le pietre, piccoli miracoli di forme, colori e disegni, ataviche entità, silenti testimoni del tempo. Del mare mi piace il sole d'inverno e l'aria fresca d'estate; il volo elegante dei gabbiani, padroni del cielo e "predoni" del mare. Mi culla la voce delle onde, quand' è solo un lieve sciabordio e m'intimorisce quando romba come un tuono. E camminare sulla sabbia guardando le orme che le restano incollate quand'è bagnata è sempre fonte di gioia. Ma anche quand'è asciutta e ci puoi far sprofondare i piedi. Meno, quando brucia. Vorrei che fossero eterne quelle brevi ore mattutine e serali, d'estate, quando c'è poca gente (se sei fortunato nessuno), l'ultimo sole pennella di luce le nuvole e l'acqua la cattura per farla danzare con lei. Mi affascina il mistero del mare, insondabile più ancor dello spazio profondo, custode di segreti e tesori, meraviglioso e terribile, regno cui appartenemmo e che, ora, ci è pressoché precluso. Mi riempiono gli occhi di splendore e il cuore di gratitudine i capolavori della Natura, paesaggi di passaggio, in continuo divenire, unici e irripetibili, che ti puoi scordare si lascino ingabbiare dalla fotocamera del telefono (di scarsissima qualità che hai). Ma io adoro anche scattare foto, per cui ci provo sempre: col mare, le pietre, la sabbia, i cieli di albe, tramonti e nuvole. Perché a volte, quando sono lì, sembra che i miei occhi non possano contenere tanta bellezza e che, pur potendo, a breve ne dimenticheranno i particolari. Ma non le tinte. Non i suoni. Né l'impressione d'infinito, la vertigine dell'eterno, l'ineluttabilità del mutamento, il rispetto della potenza.

P.s. Comprate il libro così la smetto di scassare! 

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