Smart


La scienza dibatte da anni sul significato di intelligenza. E stata smembrata, sezionata, analizzata e sottoposta allo studio delle più competenti discipline in materia, e ognuno dice la sua. Fin troppo... forse perché una società sempre più smart, esige membri sempre più dotati. Ultimamente poi, fioccano articoli secondo cui, eminenti scienziati d'ogni angolo del globo, individuano, ogni 3 per 2, sempre nuovi caratteri per designare il profilo dei fortunati detentori di tale, grande pregio. Tra i quali avremmo: chi fatica ad alzarsi al mattino, chi beve troppo, i mancini, chi parla abitualmente dialetto, chi dice molte parolacce, che va a letto tardi, gli ansiosi, i dormiglioni, chi ha pochi amici e poca memoria, gli amanti dei gatti, gli infognati di corsa, gli spiritosi, i primogeniti, le mamme (rispetto ai papà), i disordinati, i ritardatari.
Stando a quest'elenco, il mondo parrebbe invaso da gente d'ingegno: io stessa mi riconosco in molti punti. Ma qui, data appunto la mia straordinaria intelligenza, mi s'accende la lampadina... Data l'evidenza che noi si vive in un mondo al contrario: missione di pace=guerra, criminale=eroe, privacy=so quante volte ti metti le dita nel naso, è un'offerta=t'inculo, sano di mente=pazzo, libertà di... =sta zitto!, ti amo=ti ammazzo... non vorrei che, bo... non so voi, che, come me, vi ritrovate in una o più tipologie di intelligentoni della suddetta (e probabilmente, incompleta) lista, non cominciate ad avvertire il ronzio d'un lieve disagio? Quel dubbio che si insinua e che insinua che forse forse... Insomma, un sentore che vorremmo non sentire, ma sta alzando la voce, che si fa stentorea: "qui è n'attimo che, da tutti intelligenti, mi diventiamo tutti coglioni"...

P.s. Comprate il libro così la smetto di scassare! 

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