L'oblò

Non pensavo fosse così illuminante e introspettivo osservare la lavatrice in funzione. No, non sono impazzita all'improvviso: il mio, è un processo d'insanità mentale in corso da tempo: lento, graduale, ma costante.
Fatto sta che, prima, me ne stavo lì, nel bagno, a fissare l'oblò della lavatrice, quando, cullata dal ronzio e dal movimento circolare degli indumenti, vengo colta da un caldo oblio. Sospesa in una sorta di quiete meditativa, in cui il mormorio del motorino si accorda perfettamente con l'om che mi vibra nella gola, inaspettatamente scorgo, col terzo occhio (miope anche lui), un calzino nero in mezzo ad un mucchio di vestiti bianchi.
Incastrato in un umido, candido e vorticoso abbraccio, non sembra risentire in alcun modo del suo status di minoranza derivante dal suo diverso colore di "pelle".
Pare, invece, godersela come il tondo nero nella metà bianca del simbolo Yin yang. A tratti, l'insieme rotante, assume le sembianze delle galassie a spirale nel loro incessante movimento, mentre il motorino ronzante da l'illusione d'essere in ascolto della musica delle sfere celesti di cui Dante cantò. Intanto, un mio capello (sì, io li lavo in lavatrice quelli morti... mi piace buttarli puliti), schiacciato contro il "vetro" dell'oblò, si piega e ripiega su se stesso, gira e ruota, su e giù, destra e sinistra, quasi stesse tentando di comunicarmi un messaggio, scritto in un un alfabeto segreto. Che sia una qualche forma di vita aliena che tenta di stabilire un contatto?
Ma ecco, dal centro, comparire i lacci bianchi delle scarpe di Viola e muoversi nello spazio, interagendo tra di loro e con sé stessi, a ricordarmi le famose stringhe della teoria quantistica che porta il loro stesso nome: sono arrivata alle "mattonelle" di cui è costituita tutta la materia. E tutto in un solo lavaggio. Pazzesco. Lì dentro c'è tutto: spiritualità, fisica, introspezione... Trovandomi a guardare l'universo da un oblò non posso non farmi le solite domande esistenziali. Ma questa volta ho anche le risposte:
1) "chi sono?" -> quell'idiota accucciata, riflessa nel vetro;
2) "da dove vengo?" -> dalla cucina;
3) "dove sto andando?" -> quando finisce, a stendere;
4) "che cazzo ci fa un calzino nero in una lavatrice di bianchi?" -> fa il gemello del solito calzino spaziato, alias la vittima sacrificale per il buco nero che sempre si origina durante ogni centrifuga, inghiottendo per lo più calzini, appunto;
5) "qual è il senso della vita?"...ehm... ehm... questa è difficile... concentro lo sguardo, terzo occhio compreso, sull'oblò che continua a girare. Alla fine ho la risposta -> senso orario!

P.s. Comprate il libro così la smetto di scassare! 

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