Al di là

 


Oggi avrei bisogno che fossi ancora qui. O meglio: ne avrei bisogno sempre, ma oggi di più. Sarà che va tutto storto: la gatta peggiora, ho rotto il pc, le lenti dei nuovi occhiali  minano una stabilità ed un equilibrio già precari, e sono sempre  più confusa. Tant'è che ho deciso di tornare al lavoro dipendente, nonostante la mia decisione di dedicarmi interamente al libro, dimostrando che: 1) non sono indenne dalle influenze del pensiero comune dominante per cui, dalle mie parti, puoi avere anche un freezer pieno di cadaveri, MA se saluti e lavori sei di sicuro una brava persona; 2) sono vittima del giudizio altrui, anche se sostengo il contrario, per ciò, il fatto che tutti ritengano irresponsabilmente idiota la mia scelta, fa tentennare la mia determinazione; 3) ho bisogno delle odiate certezze&sicurezze anche se so che sono un'illusione.

Sarà colpa dell'autunno, che segna l'inizio della fine del ciclo delle stagioni se ripenso alla "tua fine" , quando stavi male, e rivivo le stesse sensazioni, adesso, con Malù: la frustrazione derivante dall'impotenza, i sensi di colpa per i pensieri inconfessabili in cui ti auguri che tutto finisca al più presto, il desiderio di fuggire lontano dagli occhi, nel tentativo di allontanare il dolore dal cuore.

Sono certa che gli ultimi, tragici eventi mondiali ci avrebbero visto schierati su fronti opposti e non nascondo che, conoscendoti, più d'una volta ho pensato che è un bene tu non ci sia più e non abbia dovuto assistere a tutto ciò. Sono pensieri orribili anche questi, vero? Ma oggi è così. Tuttavia, nonostante il momentaccio storico, vorrei tu fossi qui per rinfrescarmi la memoria: sono quasi 7 anni che non sento la tua voce. Certo, ancora la ricordo, infatti provo ad immaginarti mentre mi rassicuri, come eri solito fare quando combinavo cazzate: "sta tranquila... rangiuma tut...".

Me lo ripeto nella testa, usando la tua voce. E non perché, intorno a me manchi chi prova a dirmi la stessa cosa. È che mi manchi. È che più mi si assicura #andràtuttobbbene, più sento crescere quella sensazione angosciosa di disastro imminente. È che non riesco a credere a niente ed a nessuno io, manco a me. A te, invece... a te ci credevo, papà. 

P.s.Comprate il libro così la smetto di scassare! 


Commenti

Post popolari in questo blog

Non oggi

L'uomo senza scarpe

Al di là delle ombre