Ego al cubo


 

In linea di massima, i poeti mi stanno sul culo. Perché se la tirano un casino. Giuro: una volta, uno che conosco, m’ha detto che gli artisti DEVONO essere arroganti…

Ma de che? Perché mai darsi delle arie per il solo fatto di aver ricevuto in dono un talento!? È un po’ come la bellezza, no?! Ci si nasce!! Dunque, dove sta il merito?

Oh voi, che dispiegate,

dall’alto dei vostri pulpiti, 

l’intensità dei vostri sguardi

sull’infimità del mondo

pullulante di mortali,

di che vi lamentate se

la poesia non si legge?

Per forza: state sulle palle a tutti con ‘sto incessante parlare di voi (che il più delle volte si capisce un cazzo oltretutto)... un po’ troppo auto-celebrativo, non credete? E poi, suvvia, parlate come mangiate,

o meglio mangiate e basta, che almeno con la bocca chiusa dovete stare zitti.

Dai su, fatevene una ragione: son ben altre le persone da ammirare…

Chi fa un lavoro da incubo, per esempio, perché quello dei suoi sogni è chiuso in un cassetto, ma quale?

Chi, pur essendo pigro, si costringe ad una benefica attività fisica (se non altro per bilanciare i danni d’una vita dissoluta);

chi sta tentando di smettere di fumare;

chi ha il coraggio di accompagnare un’amica alle “Gru” per un giro veloce agli ultimi acquisti natalizi;

chi odia cucinare al punto tale che sarebbe in grado di sopprimere l’istinto della fame, ma spadella perché c’è qualcuno di cui prendersi cura;

chi ammette le proprie responsabilità e sa chiedere scusa;

chi sta cercando se stesso con il lume dell’ingegno in mano, per gettare luce sulle ombre del proprio ego (ed evitare di gettarvi pietre addosso, perché quello meritereste);

chi… ehi!! Fermi tutti! Ma sto parlando di me!

Perfetto! Ho dimostrato di essere degna di ammirazione...

D’altronde, oh, sono poetessa, IO!!

P.s. Comprate il libro così la smetto di scassare!

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