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Visualizzazione dei post da maggio, 2025

Musica maestra

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A me piace la musica quando è fuga e ritorno: quando la melodia ti conduce lontano e le parole ti riportano dentro di te, in visita a luoghi che non sapevi di avere, di fronte a verità che non sapevi di sapere. Al punto che ti viene dal cuore di esclamare: "Ma questa canzone è stata scritta per me!" A me piace la musica perché ti salva, ti esalta quando stai bene e ti aiuta a soffrire di più e meglio quando hai proprio bisogno di farlo. Perché tutti, per quanto sembri assurdo ed incredibile, necessitiamo di soffrire di tanto in tanto. Per fortuna la musica è anche cura. A me piace la musica che diventa colonna sonora degli spezzoni di vita migliori, quella da ballare ad occhi chiusi, da cantare a squarciagola, quella che ti porta in bei posti ad ascoltare un'orchestra in concerto. A me piace la musica perché è libertà e redenzione, gioia e dolore, storia e fantasia, amore e paura, immortalità e passione. Mi piace perché è un linguaggio universale che attravers...

Scemo più scemo

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Mi piacerebbe essere un'altra persona. È uno dei primi miei pensieri. Probabilmente perché ho sempre avvertito che nella mia diversità c'era qualcosa di strano; che qualcosa in me non andava. All'asilo, osservando le altre bambine intente nelle loro occupazioni, non riuscivo a capire, per quanto mi sforzassi, come potessero divertirsi giocando "alle mamme" o "alle maestre". D'altronde io preferivo scorrazzare con i maschi. Il problema è che, non essendo un maschio pur avendone l'aspetto, spesso venivo da questi esclusa o discriminata. Tutte queste cose, insieme, hanno contribuito a far sì che mi sentissi sempre più sbagliata ed inadeguata. E va da sé che la mia autostima ne è rimasta compromessa al punto da non spingersi mai oltre livelli subacquei. Tuttavia, purtroppo o per fortuna, il mondo è tanto pieno di coglioni che, alla fine, la stima in me stessa ha preso a risollevare la testa. E non sarebbe un male se, in maniera inversamen...

Una malattia chiamata adolescenza

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Carissima, non ci crederai ma anche io, che adesso ho 46 anni e potrei essere tua madre, una volta ero come te. E pensavo, esattamente come te, che gli adulti, in particolare i genitori, non capissero un cazzo e fossero, addirittura, dei nemici. Come te soffrivo e non capivo perché. Ma invece di parlarne con qualcuno, ho preferito chiudermi in me stessa. E ho smesso di mangiare. Cercare di raggirare le attenzioni di mia madre, che ovviamente si accorse del vertiginoso calo del mio peso in poco tempo, era diventata la mia missione quotidiana. Il mio chiodo fisso. Sapere di avere il controllo su di me e sulla mia fame (sono sempre stata molto golosa) mi dava un senso di potere così inebriante che, spesso, nelle corsie del supermercato, mi fermavo appositamente a guardare i dolciumi con aria di sfida pensando: "Tanto non vi mangio!". Eppure la voragine del cuore aumentava di pari passo con il vuoto dello stomaco. Ma non sapevo ancora che crearsi problemi ulteriori pe...